C’è questa cosa che domani a quest’ora inizia il campionato ed è una vicenda magica, l’unica così, che fa dimenticare a me e a chi conosco gran parte del resto. Cominceranno le partite e ci occuperanno almeno metà dei nostri cuori, togliendo spazio all’universo che ora ci circonda, ma che è già pronto a scomparire.
Ognuno con una sorte diversa, per via della differente fede che lo ha rapito da bimbetto, ma in modo identico e uguale, l’umore delle nostre settimane dipenderà da come sarà andata a finire la partita della squadra che abbiamo nel cuore. Qualcosa in più rispetto al nostro amore del momento, che sia per la propria donna, per i propri figli o per il proprio cane, cento volte maggiore se paragonata alla nostra appartenenza politica, ecco la Serie A. Per noi che amiamo il pallone diventerà assai importante che Giroud la metta dentro al volo, che Lukaku non sbagli dopo la galoppata coast to coast, che Zapata faccia il diavolo a quattro nell’area di rigore avversaria, che Pogba recuperi a tempo di record, che Dybala regali una raffica di assist ad Abraham.
E in un attimo ci scorderemo delle liti tra Letta, Renzi e Calenda, perdoneremo Grillo per aver fatto cadere Draghi dalla seggiola, non ci preoccuperà così tanto l’estrema destra italiana a un passo dal potere, i motivi del divorzio tra Totti e Hilary torneranno a essere solo cazzi loro, non avranno più la nostra attenzione né le trasformazioni pop porno di Arisa, né i drammi vulvari della fidanzata di Damiano dei Maneskin. Perderanno interesse anche le fondamentali lezioni della bella figlia della Hunziker, intenta a spiegarci una volta per tutte dove minchia si trovi questo millenario mistero chiamato clitoride. E finalmente perdoneremo sia Blanco che Mahmood per i fastidiosi gorgheggi che si mettono a fare quando alla radio passano Brividi, che è una canzone bellina forte e non merita tutti quegli esercizi muscolar-vocali. Il cielo intorno, ma pure quello che sta dentro di noi, e così, se saremo a bolletta, ma primi in classifica, ci sembrerà più facile sistemare le nostre finanze, ed essere lasciati non sarà un dramma da affogare nell’alcol se in tasca avremo la qualificazione in Champions League.
A seconda del nostro credo, ci basterà un gol di De Ketelaere per smettere di incazzarci quando alla tv vediamo Calha esultare con la maglia dell’Inter, i colpi di Ederson e dei giovani fenomeni che lancerà il Gasp ci faranno riconciliare con Percassi, che torneremo a vedere come il santo protettore della Dea Atalanta, Allegri non sarà più una triste e cotta acciughina, ma a patto che riesca a battere Inzaghi nel derby d’Italia, ci addormenteremo con in testa le immagini della premiata ditta LuLa dopo un successo a Napoli contro Spalletti, che, ovviamente, farà spallucce, a Roma Mou sarà incoronato nuovo imperatore. Ci incazzeremo, festeggeremo, ci verrà da ridere e cambieremo ogni volta idea sui nostri eroi, aspettando la prossima partita. E sognando.
Matteo Bonfanti
Nella foto: qualche mese fa allo stadio di Bergamo con Gigi Foppa e Giuliana d’Ambrosio, due splendidi tifosi dell’Atalanta