VERONA – Continua la corsa verso la Champions. 2-0 al Verona e ottava vittoria consecutiva in trasferta. La sindrome di Madrid non è mai esistita nell’anima dell’Atalanta perché la squadra ha spazzato via, in fretta e furia, scorie e eventuali patemi. Contro un’avversaria sempre difficile da affrontare come quella di Juric i nerazzurri non hanno avuto problemi di sorta, dominando nel primo tempo e controllando senza correre pericoli nella ripresa. E il risultato finale poteva essere decisamente più vistoso. Insomma una partita perfetta con protagonisti come Malinovskyi, Zapata e Palomino, assoluti primattori. L’ucraino, finalmente, ha segnato il gol del vantaggio su rigore e ha propiziato il secondo di Zapata, che ha colpito anche un palo, ed è stato il facilitatore di tutte le azioni nerazzurre, l’argentino ha annicchilito Lasagna e poi Favilli. Con Gasperini chi scrive o chi discute di tattica si diverte sempre. A Verona è fuori Gosens, oltre al lungodegente Hateboer, i nerazzurri giocano a quattro in difesa, dal primo minuto è la seconda volta dopo un’Atalanta-Torino d’inizio era Gasp: Toloi a destra, Djimsiti a sinistra, in mezzo Romero su Zaccagni e Palomino su Lasagna, poi due mediani, De Roon su Barak e Freuler su Veloso, davanti Malinovskyi, Pessina, che si occupa di Tameze, e Miranchuk, punta Zapata. Insomma 4-2-3-1. Una mossa strategica che mette nel sacco le scelte di Juric. Si sa, Verona-Atalanta è uomo contro uomo, vale a dire la partita dei duelli. Stavolta però L’Atalanta è più guardinga anche se non ce ne era bisogno in modo particolare perché ci è parso un Verona pallido e non più splendente come prima, che ha collezionato la terza sconfitta consecutiva. Non per sminuire la prestazione degli atalantini, anzi. Un’ulteriore prova di maturità calcistica, da grande squadra. Primo tempo tutto di marca nerazzurra anche perché la nuova disposizione tattica dei nerazzurri disorienta il Verona che non riesce ad interpretare la partita sui suoi consueti binari. In mezzo De Roon e Freuler arrivano sempre prima e smistano per Malinovskyi che, ispirato come non mai, illumina le manovre e lancia in avanti Zapata. E’ un duello con l’ottimo Lovato ma il colombiano, dopo qualche inciampo iniziale, diventa un micidiale incursore fino al rigore concesso da Pairetto per un fallo di braccio di Di Marco, su calcio d’angolo battuto da Malinovskyi. Poi incaricato di battere il penalty e spiazzare Silvestri. Poi lo show di Zapata: prima il palo e poi il gol per un comodo vantaggio. Nel secondo tempo Juric cerca di cambiare l’assetto con gli inserimenti di Lazovic, di Sturaro e di Udogie per Ceccherini, Dimarco e Veloso. Ma non riesce a cambiare l’andamento della partita perché l’Atalanta controlla senza affanni e puntando anche qualche volta il contropiede. Del Verona si ricorda solo uno scambio in velocità tra Favilli e Lazovic, Gollini ha dimostrato di meritarsi il rientro con una parata decisiva. Poi cambi con l’esordio di Viktor Kovalenko e l’ingresso in campo prima di Maehle e poi di Muriel, che si è divorato il 3-0, e di Ilicic che ha colpito l’incrocio dei pali.
Giacomo Mayer