Don’t cry for me Argentina. Invece il popolo nerazzurro piange perché due argentini hanno infranto i sogni di gloria in Coppa Italia. Dopo centottanta secondi di gioco Higuain ha infilato Berisha, e dopo venti minuti, secondo più secondo meno, Gomez ha calciato il rigore addosso a Buffon. Fine dei sogni, si spengono probabilmente in modo definitivo le illusioni della quarta finale di Coppa per l’Atalanta. Certo, il 28 febbraio si gioca la partita di ritorno, qualche sperianzella è ancora viva ma non è il caso di alimentare strane fantasie. In pratica è capitato il contrario di quello che si ipotizzava. La Juventus è venuta a Bergamo per segnare, per vincere e, quindi, per chiudere in anticipo la pratica qualificazione. Del resto, in sala stampa, ci si è subito resi conto che i bianconeri volevano fare sul serio, è bastato leggere la formazione messa in campo da Allegri per smorzare gli entusiasmi del nostro popolo. Sulla nostra sponda Gasperini, come annunciato, ha presentato l’undici titolare, scelte tattiche a parte, per giocare la sfida ad armi pari, o quasi. La Juventus ha aggredito i nerazzurri mettendo in pratica proprio le virtù calcistiche che sono patrimonio dell’Atalanta. In difficoltà in difesa con un altro argentino, Palomino, sofferente nei confronti del Pipita, sperduti i centrocampisti che pativano i duelli proposti da Pjanic e compagni, in evidente ambasce gli esterni dove Alex Sandro e Douglas Costa sembravano marziani. Per non dire degli attaccanti: Gomez in serata da dimenticare (tra l’altro terzo rigore fallito) e il volonteroso Cornelius a mal partito contro Chellini o Benatia. Eppure il risultato era sempre risicato per i bianconeri, Berisha dopo una parata appena prima del gol non ha più effettuato interventi decisivi, dall’altra parte Buffon ha parato il rigore e ha salvato nel finale su Hateboer, nient’altro. E’ vero, nella ripresa l’Atalanta è riuscita a giocare e ad attaccare la difesa juventina ma più con la forza della disperazione che con la forza e la determinazione tattica, tante mischie ma il bunker ha resistito senza affanno. Si sta discutendo sulle scelte di Gasperini. Ma col senno di poi perché Palomino, al posto di Caldara, aveva dato garanzie non indifferenti; forse Petagna al posto di Cornelius sarebbe stato meglio anche perché il danese fatica con le super difese, oppure Ilicic dal primo minuto. Sono dettagli che valgono per le discussioni del giorno dopo. Di certo la sconfitta deve servire da lezione in vista del doppio confronto col Borussia, due partite da non sbagliare in nessun modo e nell’occasione saranno sì decisivi anche i dettagli. Intanto si sta chiudendo la sessione invernale del calciomercato: alla fine Orsolini, di proprietà della Juve, si è trasferito al Bologna, Sartori sta tentando di tesserare Stipe Perica, classe 95, attaccante dell’Udinese. Il Borussia ha ceduto Aubameyang all’Arsenal, che ha sborsato 68 milioni, ed ha prelevato dal Chelsea l’attaccante belga Micy Batshuayi.
Giacomo Mayer