Come si sa Claudio Lotito, presidente della Lazio, ha negato al presidente Antonio Percassi l’anticipo a venerdi 6 marzo della partita Atalanta-Lazio in progamma alle ore 18 di sabato 7 marzo. Oltre ogni altra considerazione, c’è poco da dire. Lotito vuole sempre comandare. La sua ambizione: il potere per il potere, è sempre alla caccia di cariche prestigiose. Non sempre vince, si candidò per Forza Italia alle politiche del 2018 ma non venne eletto. Ha salvato la Lazio grazie alla legge 21 febbraio 2003, n. 27 (meglio nota come Decreto salva-calcio) approvata dal governo Berlusconi, per mezzo della quale ottenne la rateizzazione del debito pregresso con l’Agenzia delle Entrate (quantificato in 140 milioni di euro) su un arco di 23 anni,oltre a rilevanti sconti sulle penali. Un accordo che creò subbuglio tant’è vero che il funzionario dello stato non venne accettato dal primo funzionario dello Stato delegato alla trattativa, giudicandolo troppo favorevole a Lotito, si dimise e venne sostituito da un altro. Il resto lo conosciamo tutti. Nel tempo Lotito ha ampliato le sue ambizioni di potere fino a diventare il “vero” presidente della Figc ai tempi di Tavecchio. L’ex sindaco democristiano di Ponte Lambro, infatti, muoveva foglia solo grazie ai “caldi suggerimenti” del presidente della Lazio, ovviamente consigliere federale. Poi in Lega Calcio è, da sempre, il paladino e capocorrente dei club medio e piccoli contro lo strapotere di Agnelli e tutti gli altri grandi al punto che è stato il grande elettore dell’attuale presidente della Lega Paolo Del Pino, dopo aver defenestrato insieme al suo amico Enrico Preziosi il presidente Micicchè, tanto da dichiarare: “In Lega l’ho portato io”. Oggi Lotito rappresenta la Lega Calcio, insieme a Marotta, nel consiglio della Figc. In verità rappresenta solo i suoi interessi. Quindi è inevitabile il suo no all’Atalanta. In verità a sbloccare la situazione potrebbe intervenire il presidente Paolo Del Pino. Ma come fa a mettersi contro il presidente della Lazio, suo “padre putativo”? Però l’Atalanta una tiratina d’orecchi se la merita: perché in Lega Calcio, almeno fino ad oggi, fa parte della corrente delle squadre “piccole e povere” capeggiata, appunto, dall’immarcescibile Lotito?
Giacomo Mayer