Roma – Atalanta 1-2 (0-1)ROMA (4-2-3-1):

Mastrantonio 6; Tomassini 7 (44′ st Satriano 6), Buttaro 6, Ndiaye 6, Rocchetti 6 (12′ st Oliveras 6); Tripi (cap.) 6,5, Bove (12′ st Ciervo 7); Podgoreanu 6, Milanese 6 (35′ st Feratovic sv), Zalewski 7,5; Tall 5 (1′ st Afena-Gyan 5,5). A disp.: 1 Boer, 14 Evangelisti, 15 Giorcelli, 17 Tahirovic, 19 Bamba, 27 Volpato, 31 Di Bartolo. All.: Alberto De Rossi 6,5.
ATALANTA (3-5-2): Dajcar 6,5; Scalvini 7, Berto 5,5 (29′ st Scanagatta sv), Ceresoli 6 (29′ st Grassi 6,5); Ghislandi 6,5, Gyabuaa 7,5, Sidibe 6,5 (40′ st Mediero sv), Cortinovis (cap.) 8, G. Renault 6,5 (34′ st Oliveri sv); Ghisleni 6 (34′ st De Nipoti 6,5), Italeng 5,5. A disp.: 1 Gelmi, 12 Sassi, 29 Vismara, 4 Giovane, 7 Kobacki, 15 Hecko, 18 Zuccon. All.: Massimo Brambilla 7.
Arbitro: Perenzoni di Rovereto 6 (Terenzio di Cosenza, Pedone di Reggio Calabria: IV Arena di Torre del Greco).
RETI: 4′ pt Cortinovis (A), 23′ st Zalewski (R), 42′ st Cortinovis (A).
Note: ammoniti Sidibe, Ndiaye, Tomassini, Ceresoli, Scalvini e Buttaro per gioco scorretto. Espulso Ndiaye al 47′ st per somma di ammonizioni (gioco scorretto). Cooling break: 25′ pt, 24′ st. Tiri totali 10-13, nello specchio 5-9, respinti/deviati 1-1, parati 3-7. Corner 4-2, recupero 1′ e 6′.

Sassuolo (Modena) – Un ciclo duro a morire. Che pellaccia. E che classe. Palla bassa o sotto l’incrocio non importa. Per le magie non esistono misure e dimensioni, soltanto il colpo di genio per sublimare con lo score un gioco di squadra qua e là non privo di salti a vuoto. E i bicampioni d’Italia in carica della Primavera dell’Atalanta farsi spuntare le ali per un altro sogno, quello del tris tricolore. Alessandro Cortinovis imbraccia la doppietta ed è semifinale. Sabato, con la Sampdoria capolista del campionato. Non è bastato, per il diez di Monterosso, vergare a caratteri maiuscoli la sporca decina stagionale sullo scambio con filtrante di Manu Gyabuaa, perché Nicola Zalewski sull’ammollo di Ciervo da destra gli ha risposto per le rime nella ripresa ed allora è servita la trovata spaziale, a scendere, dai venti metri, sull’ultimo corner buono battuto da mancina da Renault con alleggerimento della meteora Anwar Mediero. La Roma, spauracchio di regular season, quattro sulla gobba là e 1-1 qui (Tall, Zalewski, doppio Darboe; Gyan e autogol di Feratovic), nonostante da quarta contro quinta avesse due risultati utili su tre ha dovuto soccombere.
Ottenuto il vantaggio, i rischi non sono stati poi eccessivi, salvo un certo calo nella prima metà della ripresa, potendo comunque contare su una produzione di chances superiore numericamente se non qualititativamente. Vedi penetrazione a destra di Milanese (11′) costringendo Dajcar a difendere il palo di competenza, Podgoreanu (14′) che imbocca lo stesso nazionale sloveno baby e ancora l’aggettivazione del capoluogo lombardo (27′) con una percussione sventata a fatica dalla retroguardia in bianco, protetta dal disimpegno in copertura dell’eroe del martedì sera allo stadio “Enzo Ricci”. Di qua, di contro, il rientro sul mancino di Ghisleni (12′) scaricando a pelo d’erba di poco a lato, il colpo di frusta centrale di Italeng su traversone di Ghislandi e il paio di assoli proprio dell’osiense, atra 20′ e 32′, battezzando rispettivamente l’esterno alto della rete e i guantoni di Mastrantonio dopo aver bruciato sul tempo Rocchetti.
Se la prima frazione si chiude emotivamente sulla chiamata dubbissima dell’offside al perno dell’attacco, che ricevendo la verticalizzazione di Sidibe a una dozzina di corsette dall’intervallo mai nella vita avrebbe potuto essere oltre l’ultimo difendente, al rientro dal tunnel Afena-Gyan, a segno il 17 aprile a Zingonia in regular season, costringe immediatamente il guantìpede orobico all’uscita di piede fuori dall’area protetta da Berto con pretenzioso tentativo di tap-in dalla lunghissima di Zalewski ovviamente poco centrato. I colpi di scena hanno la meglio sulla gestione e sull’impostazione, tanto che all’undicesimo l’estremo baluardo capitolino deve prodursi nella spettacolare uscita in volo di testa per impedire a Ghisleni di raggiungere l’aperturina dell’assistman del rompighiaccio.
Non c’è tregua. Al quarto d’ora l’inserimento del play ivoriano che impegna il portiere nemico nel bloccaggio a terra nell’uno-due col compagno dotato di fascia, tre minutini e Milanese scaraventa ai dirigibili il rigore in movimento suggeritogli dal fondo da Tomassini in chiusura di triangolo. La risposta immediata è la percussione di Scalvini per servire alla seconda punta bergamasca il mancino a giro (19′) che abbassandosi a sufficienza nel sette avrebbe imbustato la pratica, quindi la new entry Ciervo (21′) prima del grazioso cadeau all’impattatore delle grandi illusioni induce Dajcar a fiondarsi a testuggine sull’attrezzo. Consumato l’1-1, al 31′ il francesino rientra da sinistra e Buttaro smorza tra le braccia di Mastrantonio, ma lo sciupinìo è tutto del centrattacco camerunense ex Chievo che in capo a due giri di lancetta stacca indisturbato troppo centralmente per riportare avanti i suoi gettando alle ortiche il lavorìo della catena Gyabuaa-Ghisleni che pure l’imbecca al bacio col piede debole. L’appoggio di Tomassini a volo d’angelo sulla trovata del firmatario del pari è al di là di ben più d’un metro, al 38′ Grassi sgancia qualcosa a metà del guado fra tiro e cross, al 41′ il contropiede rifinito da Gyan per Ciervo ma sprecato in curva da Pogdoreanu e a ruota Ghislandi che quasi sorprende il numero 1 giallorosso costretto al colpo di reni. Ma c’è un ricciolino scaltro e dall’estremità fatata in agguato. Al 1′ di recupero sulla centrata dell’ala-colosso di sinistro libera Scalvini di testa e Satriano sullo scavino del migliore tra i suoi non può far granché in estirada. E allora De Nipoti si guadagna il terzo fallo a favore per il falletto di Ndiaye da secondo giallo e Mediero, presente la volta precedente proprio solo al “Tre Fontane” in quella che sembra un’era geologica fa, mostra che nemmeno i calci da fermo sono il suo forte. Il nuovo entrato davanti arriva loffio a rimorchio del rumeno-israeliano e del suo capitano: triplice fischio, si va avanti, il 26 alle 18 coi blucerchiati si vedrà vedere rosso come un toro nell’arena. Mercoledì tocca a Juve ed Empoli per acciuffare l’altro penultimo atto, contro l’Inter di Mindo Madonna, già con le valigie sotto il letto dopo aver appreso che Christian Chivu prenderà il suo posto dalla prossima stagione.
Simone Fornoni