Lazio – Atalanta 1-4 (0-3)
LAZIO (3-5-2): Strakosha 6; Patric 5, Acerbi 6, Radu 5,5 (13′ st Bastos 6); Lazzari 6 (25′ st D. Anderson 5,5), Milinkovic-Savic 6,5 (25′ st Akpa Akpro 6), Lucas Leiva 6 (4′ st Cataldi 6), Luis Alberto 6,5 (25′ st Escalante 6), Marusic 6; Immobile (cap.) 6, Caicedo 7. A disp.: 25 Reina, 13 Armini, 5 J. Lukaku, 16 Parolo, 80 Kiyine, 11 Correa, 34 Adekanye. All.: Simone Inzaghi 5,5.
ATALANTA (3-4-2-1): Sportiello 6,5; Djimsiti 7 (1′ st Romero 6,5), Palomino 7,5, Toloi 7; Hateboer 7,5, Freuler 6,5, Pasalic 7 (11′ st De Roon 6,5), Gosens 8 (45′ st Mojica sv); Malinovskyi 7, Gomez (cap.) 9 (37′ st Muriel sv); D. Zapata 6 (37′ st Lammers sv). A disp.: 24 Carnesecchi, 31 Rossi, 4 Sutalo, 13 Caldara, 40 Ruggeri, 79 Diallo. All.: Gian Piero Gasperini 8.
Arbitro: Maresca di Napoli 6 (Costanzo di Orvieto, Ranghetti di Chiari; IV Pasqua di Tivoli. Var Calvarese di Teramo, AVar Di Vuolo di Castellammare di Stabia).
RETI: 10′ pt Gosens (A), 32′ pt Hateboer (A), 41′ pt Gomez (A), 12′ st Caicedo (L), 16′ st Gomez (A).
Note: ammoniti Marusic e Caicedo per proteste, Djimsiti, Leiva, Cataldi, Acerbi e Hateboer per gioco scorretto, Luis Alberto e Freuler per reciproche scorrettezze. Var: 1. Tiri totali 12-11, nello specchio 5-5, respinti 4-3, parati 4-2, legni 1-0. Corner 7-3, recupero 1′ e 3′.

Roma – Dalla formula colombiana ai due trequartisti, da Caldara a Djimsiti, da De Roon a Pasalic, l’Atalanta di Gian Piero Gasperini cambia pedine ma stravince uguale. Dal Torino alla Lazio il grado di difficoltà aumenta quanto la consapevolezza di un collettivo che attende i nuovi per calibrare le proprie ambizioni. Gosens-Hateboer-Gomez spianano la via al recupero della prima giornata, il Papu imbraccia la doppietta per evitare sorprese nella seconda metà a tiro del gol della vana speranza di Caicedo e adesso si aspetta il Cagliari domenica a pranzo per il tre su tre.
Come nella rimonta da 0-2 del 24 giugno scorso a campi invertiti, Toloi va a centrosinistra per uscire su Milinkovic-Savic, ma è sull’asse opposto a svilupparsi la doppia chance che al 6′ potrebbe aprire lo score. L’imbeccata di Luis Alberto per il diagonale mancino di Marusic è perfetta, la respinta di piede di Sportiello un innesco per Immobile che trova il ginocchio di Palomino. Ma alla sporca decina cronometrica Gomez scodella per la sponda di testa di Hateboer, da cui l’autore della primissima occasione lamenta una spinta, e grazie al velo di Zapata tra Radu (sfiorata) e Acerbi l’accentrato Gosens, l’apripista della remuntada nel post lockdown, oltre il dischetto insacca col piede preferito. Sei giri di lancetta e il Papu a rimorchio dell’olandese sbatte contro il rumeno. Al ventesimo Sergej apre male il sinistro su assist del suo centravanti, poi sul prosieguo è Luis Alberto a spizzare a lato incrociando a centro area la centrata del montenegrino. Due giretti oltre la mezzora, il bis: cross di Gosens per il destro al volo sotto la traversa di Hateboer, a segno dopo l’altro Olimpico, ma c’è la manovra corale con Pasalic a fare il penultimo passaggio. Nemmeno un minuto e Maresca non fischia la carica di Immobile sul portiere atalantino: il traversone di Radu sfocia nel doppio tiro del bomber, che di sinistro centra il montante, e di Caicedo, che in caduta chiama il salvataggio di Djimsiti. Al 41′, prove generali e quindi il tris: recupero del nazionale albanese e contropiede a due Pasalic-Gomez, con Duvan a rientrare sul destro facendosi ipnotizzare dal piedone di Strakosha; il successivo ammollo di Malinovskyi trova la corta respinta di testa di Patric che serve involontariamente il migliore in campo, bravo a eludere il totem della retroguardia altrui insaccando il diagonale.
Verso l’intervallo la Dea la scampa due volte, tra 43′ e 45′, prima sull’assolo di Marusic a corridoio apertogli dal serbo (centrale) e quindi sulla conclusione di Leiva, parata in due tempi, al culmine della volata sprecata da Lazzari che anziché tirare mette sul secondo palo: Immobile non c’è, Milinkovic riapre l’azione all’indietro. Occhio, anche il 19 ottobre di un anno fa il numero 10 l’aveva messa per un 3-0 che pareva da ko a ruota della doppietta di Muriel, e poi si sa com’è finita. Intanto Correa s’è arreso alla lombalgia. Resta l’allora bi-rigorista Ciro, con Romero a esordire (con ritorno di Rafa a destra) da subentrante all’ammonito Djimsiti in una ripresa aperta dalla paratissima di Sportiello sul destro volante di Marusic (10′) su palla dentro di Lazzari chiamata da Caicedo. Due minutini e Milinkovic, ormai spostanto verso sinistra, crossa per la stessa seconda punta di casa che controlla maluccio ma evita l’estremo nerazzurro punendolo di sinistro, mentre in mezzo Immobile blocca Palomino. Che rischio al 14′: il 17, lanciato da dietro da Acerbi, dribbla Sportiello ma di sinistro mette sull’esterno della rete. Dalla strizza dettata dai brutti ricordi al tripudio, quando (16′) Ruslan vede il Papu che punta Patric e scaraventa di sinistro sotto il sette. Occasioni pure per Toloi (19′) con spizzata su scavetto di Gomez, Caicedo (32′) di sinistro su una seconda palla generata dall’iniziativa di Immobile con Palomino a salvare ancora in corner, Muriel (42′) i triangolo lungo con l’ucraino (a lato). Squadra fantastica, bella, perfino saggia: dove vuole e soprattutto può arrivare?
Si.Fo.