Bologna – Atalanta 2-2 (0-2)
BOLOGNA (4-2-3-1): Da Costa 6; Tomiyasu 6,5, Danilo 5,5, Medel 5,5, Dijks 5 (33′ st Paz 6,5); Schouten 5,5 (31′ st Dominguez 6), Baldursson 5,5 (20′ st Svanberg 6,5); Vignato 6, Soriano 6, Barrow 5,5 (20′ st Orsolini 6,5); Palacio 6,5. A disp.: 20 Breza, 4 Denswil, 33 Calabresi, 68 Khailoti, 29 De Silvestri, 16 Poli, 19 Rabbi, 44 Pagliuca. All.: Sinisa Mihajlovic 6,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Gollini; Toloi (36′ pt Palomino), Romero, Djimsiti; Hateboer, De Roon, Freuler (39′ st Malinovskyi), Gosens (40′ st Mojica); Pessina; Ilicic (1′ st Miranchuk), Muriel (20′ st D. Zapata). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 4 Sutalo, 27 Depaoli, 44 Gyabuaa, 79 Diallo, 7 Lammers. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Chiffi di Padova 6,5 (Di Iorio del Verbano-Cusio-Ossola, Lombardi di Brescia; IV Abisso di Palermo. Var Guida di Torre Annunziata, AVar Del Giovane di Albano Laziale).
RETI: 22′ rig. e 23′ pt Muriel (A), 28′ st Tomiyasu (B), 37′ st Paz (B).
Note: ammoniti Gosens e Djimsiti per gioco scorretto, Mihajlovic (32′ st) e Palacio per proteste, Da Costa per ritardata rimessa in gioco. Tiri totali 8-10, nello specchio 4-4, respinti 2-4, parati 2-2. Corner 1-5, recupero 0′ e 3′.

Bologna – La sorpresa Muriel, scelto al posto di Zapata dal 1′ salvo esserne avvicendato ancora sopra di due, insacca su rigore il vantaggio procurato dal compagno di linea Ilicic, rimpiazzato senza un perché nel secondo tempo da Miranchuk, e raddoppia in un amen. Scelte felici e azzeccate? Macché: Gian Piero Gasperini, a forza di voler avere ragione una volta di più, a Bologna butta via una vittoria già in tasca e il 2020 dell’Atalanta si chiude col mancato l’aggancio in classifica alla Juventus a quota 24: si resta a 22 inchinandosi davanti a Tomiyasu e Paz, pareggiatori in una seconda metà giocata gigionescamente, priva di sbocchi, di concretezza e di costrutto, anche perché le sostituzioni si sono rivelate un flop.
Toloi interrompe subito (3′) la combinazione tra Palacio e Barrow, ex di turno insieme a Orsolini e al segretario generale Befani. Il gambiano sbatte sul muro difensivo all’alba del decimo, mentre di qua la fase di studio non viene spezzata dalla palla bassa di Hateboer (7′) e dell’apertura alta in diagonale di Ilicic (13′) per un Gosens in ritardo nell’aggancio in area. Sulla rimessa laterale lo sloveno prova la fotocopia più in corto un tris cronometrico più tardi, con Da Costa ad anticipare in tuffo il taglio del tedesco. Non la si schioda fino al ventunesimo: Schouten cade nel tranello in scivolata sullo fuoriclasse nerazzurro, gran sterzata e slalom sul passaggio dentro di Toloi, dal dischetto il Ronaldito è spiazzante nella scelta dell’angolino alla destra del nemico. Sullo slancio degli eventi a catena Dijks allontana loffio di testa l’ammollo di chi s’è appena procurato il penalty, in asse da sinistra con l’ottimo Pessina, e inserendosi tra i due centrali rossoblù ecco il bis di sinistro di Lucho, baciato da controllo della sfera, killer istinct e capacità d’incrociare superiori. Non che il tris sia così lontano, si direbbe dall’uno-due di ulteriori occasioni tra 25′ e 26′, quando Da Costa intercetta in presa alta il tentativo di pallonetto in corsa del tulipano a destra, raggiunto dal traversone del doppio bomber su imbeccata di De Roon, e il destro defilato di San Giuseppe trova la deviazione sopra il montante del terzinaccio autore dell’erroricchio propiziatore del 2-0. Invece, purtroppo, non arriverà mai. La Dotta guarda e impara poco, visto che subisce alla prima accelerata, vedi il finisseur trasformato in potenziale assistman che al 31′ prende il fondo pescando la girata del trequartista tattico, che non colpisce con potenza e decisione.
L’italo-brasiliano subisce un ritorno di fiamma al flessore sinistro (36′) cedendo il posto a Palomino con sequela di Djimsiti a centrodestra. C’è da chiuderla, ma sull’errore in uscita dei locali Josip è preso in controtempo dal cross di Gosens e non riesce a saltare seppur indisturbato. A tre dalla pausa, altra chance, stavolta del nazionale teutonico, che alza il tracciante dell’albanese, chiamato alla sovrapposizione dal numero 72. Alle soglie del tè caldo è l’accentrato Vignato a provarci di sinistro dopo un tic-toc confuso con Soriano ultimo a toccarla: sarebbe fuori, Gollini vuole concedersi alla platea bloccando in volo. Fuori dal tunnel la sorpresona numero 2, il 59 russo al posto del genio, e possesso anche di un paio di giri di lancetta a botta. Ma il sigillo non c’è e si comincia a rischiare di brutto. Al 17′ Freuler scivola e Palacio serve a rimorchio Barrow al limite, la porta è giusto un po’ più sotto. Un settebello d’orologio e Gollorius rappeggia coi guantoni per evitare alla botta improvvisa verso il secondo legno di Schouten, un falco sul disimpegno difettoso di Romero, di riaprire la pratica entro la ventina metrica. Ci pensa Tomiyasu, lesto a bruciare Gosens sul lungolinea di Orsolini. Ne mancano 17 più recupero, la sfiora Romero (31′) seguendo l’azione Zapata-Hateboer dopo un borseggio a maglia tirata su Djiks: diagonale ciabattato e largo. Al 38′ il castigo per tanto sciupinio: Robin in gioco aereo salva sull’Orso, accarezzato dall’ammollo a rientrare da sinistra di Vignato sugli sviluppi di un calcio franco del mancino ascolano, ma sul corner susseguente del medesimo, tra l’altro il primo, c’è la torre di Palacio per la schiacciata del 2-2 della new entry Paz. Da prendersi a schiaffi per un anno intero. Sarebbe da harakiri il contropiede di Palacio al 2′ di extra time, se non fosse per il traccheggiamento colpevole di Soriano che si rigira sul mancino sparando alto dopo essersi allargato in eccesso.