DOSSENA – Il viaggio nel mondo del tamburello ci porta in quota. Siamo a cavallo fra la Val Brembana e la Val Serina. Precisamente siamo a Dossena, una delle culle del tamburello bergamasco con una squadra che milita in serie A femminile ed una in C maschile. Nello splendido borgo di Dossena abbiamo incontrato Luciano Locatelli, (nella foto) ex coach nazionale ed ora arbitro federale del Comitato Fipt di Bergamo. E chi, come lui, ha vissuto una vita in questo mondo, prima da giocatore, poi da allenatore ed ora arbitro non può non avere una chiara visione di ciò che sta affliggendo tutto lo sport bergamasco non solo. Una situazione difficile anche ovviamente per il mondo tamburellistico: “certamente siamo stati colpiti duramente anche noi da questa situazione che ovviamente non ha risparmiato nessuna disciplina sportiva e che ha colpito tutto il nostro movimento. Peraltro tutti i campionati organizzati dalla Fipt, ovvero la Federazione Italiana PallaTamburello, non sono nemmeno iniziati quest’anno perchè, con l’attività open all’aperto che inizia a metà marzo con la serie A e la serie B, eravamo in pieno lockdown perchè per tutto il movimento tamburellistico è stato un anno di zero assoluto”.

Una decisione che appare alquanto beffarda quella di aver inserito anche il tamburello nella lista degli sport di contatto: “decisione semplicemente assurda perchè si gioca cinque contro cinque su un campo lungo ottanta metri e largo venti metri e che è una disciplina parente del tennis quindi è allucinante che possa essere considerato come uno sport di contatto. Siamo governati da incapaci perchè è da incompetenti considerare il tamburello come sport a rischio nel momento in cui si trovano cinque soli giocatori su una propria metà campo lunga ben quaranta metri e larga venti metri. Inoltre non è possibile fare invasione e non esistono passaggi fra compagni come in tanti altri sport, per cui è semplicemente assurdo tutto questo”.

Da figura iconica del tamburello dossenese una sguardo alla programmazione futura: “con la squadra maschile dopo la retrocessione in serie C della passata stagione abbiamo allestito una squadra con l’obiettivo dell’immediato riscatto e conseguente ritorno nella serie cadetta”. 

Rimaniamo in quota, sempre a Dossena perchè, dopo aver sentito il parere di Luciano Locatelli, ci spostiamo in ambito femminile dato che ai nostri microfoni ha piacevolmente interloquito Luana Bonzi, giocatrice che milita nel sodalizio brembano con il quale disputa il campionato di serie A e con il quale ha vinto la Coppa Italia due stagioni orsono. Allora Luana anche per voi è stata un’autentica disdetta questa stagione tamburellistica: “è una situazione davvero surreale e sono dell’idea che comunque mai e poi mai avrei voluto essere nei panni di chi ha dovuto prendere decisioni a riguardo, anche se su un aspetto non sono molto d’accordo e trattasi del grado utilizzato nella valutazione degli sport di contatto. E’ totalmente impensabile e fuori luogo che il nostro sport, nel quale giocano dieci persone divise in due squadre e nel quale ogni giocatore ha una sua posizione ben definita (particolare non affatto trascurabile) nel contesto di un’area di gioco di ben 160 metri quadrati venga paragonato al calcio, tanto per citare un esempio oppure al 3 contro 3 nel basket per sottolineare un altro esempio”.

Dunque regole imposte ma totalmente fuori luogo per l’essenza della disciplina del tamburello in valore assoluto: “assolutamente sì perchè ci sono state imposte anche per ogni singolo allenamento nonostante messa in sicurezza, sanificazioni e quant’altro. Eravamo pronti per la preparazione indoor e nel momento topico ci hanno chiuso le palestre. Davvero un’assurda disdetta”.

Problemi che poi si aggiungono alle difficoltà economiche che le piccole realtà stanno pesantemente accusando: “in una realtà piccola come Dossena, oltre alla problematica economica, l’altra nostra grande preoccupazione è mantenere il nostro florido futuro ossia il settore giovanile che ad oggi conta all’attivo ben venti bambini, suddivisi in più categorie e che ogni anno ci regala numerose soddisfazioni. Oltre a tutto il settore giovanile abbiamo due squadre di spessore, ovvero la serie A femminile e la serie C maschile. Concludo con il dire che spero che questo periodo passi velocemente e che si possa ritornare presto alla nostra vita normale, ovvero alla nostra vita di sempre”.

MABAR