Dal Tricolore sul petto al destino immediato della gavetta. Col solo Dejan Kulusevski, 3 spicchi cronometrici in A (Frosinone, Milan e Torino), a rimanerci: a Parma, nel pacco con la plusvalenza Andreas Cornelius. Ma il presente e il futuro dei giovani, ai margini di una rosa da Champions League, è segnato. Tra gli aggregati al ritiro della prima squadra l’unica grande promessa del vivaio dell’Atalanta è Amad Diallo Traore, il razzo mancino del 2002 portato a Dorga e Clusone da Gian Piero Gasperini, divisosi nell’ultima stagione tra Under 17 e Primavera col vanto di poter dire di aver vinto lo scudetto di quest’ultima categoria. Il terzo della storia di un club che sul settore giovanile ha costruito una solida reputazione. Facendone, anzi, una ragione di vita. Ma i campioncini d’Italia in carica assaggeranno in minima parte forse solo la panchina. I più sono cartellini a titolo temporaneo su due piedi. Perché i duemila a questo giro sono fuoriquota. E perché nel complesso mancano ritmo, agonismo, adattabilità tattica ed esperienza adatti al piano di sopra del pallone, tanto che il grosso della rosa vittoriosa di Massimo Brambilla è già parcheggiato altrove o in procinto di esserlo.

Marco Carnesecchi (2000) e Roberto Piccoli (2001) sono attualmente impegnati negli Europei armeni Under 19, ma il loro futuro resta incerto, come quello del fortissimo mastino del 2001 (pari età di Manu Gyabuaa e Alessandro Cortinovis, ancora abili e arruolati da Brambilla) Caleb Okoli, non a caso provato nei test clusonesi. Il portiere romagnolo ex Cesena non necessita di un’annata da sopra età, anche se il numero degli schierabili è appena salito da tre a cinque: lo aspetta il Trapani, che s’è già accaparrata il play mancino Andrea Colpani, uno cui non mancano tecnica e visione di gioco nonché in cima alla pattuglia dei ragazzi del ’99 costretti giocoforza al prestito per corroborare gamba e minutaggio. Di questi, dopo il passaggio al Pescara del presunto “nuovo Kessie” Willy Braciano Ta Bi (fisico, atletismo e lettura del gioco pazzeschi) e l’ufficializzazione di Enrico Delprato (jolly spostato negli anni da esterno a terzino destro e poi centrale difensivo o mediano basso) al Livorno, segno che i ventenni sono stati ritenuti pronti per una palestra formativa di alto livello del calibro della serie B, si disconosce la sorte di Nadir Zortea, esterno di propulsione di Canal San Bovo adattato a quattro ma di fatto con caratteristiche da pendolino puro.

Uno che a maturazione avvenuta farebbe gola a Gian Piero Gasperini, insomma. Dei neo diciannovenni, fra i quali la possibile sorpresa da promuovere nella rosa dei grandi è l’attaccante esterno-seconda punta-mezzala Ebrima Colley, potrebbero invece restare alla base Khadim Ndiaye, altro guardiano dei pali, e Jacopo Da Riva, ottimo davanti alla difesa nelle Final Six Under 19. Nicolò Cambiaghi, ala bifronte, è un altro candidato alla lista dei fuoriquota: non ci si può affidare al mero ricambio generazionale a suon di Under 17 e Berretti, c’è anche la Youth League, la Champions dei baby, da affrontare. Da decidere il destino di quelli in bilico: il brasiliano-tedesco Rodrigo Guth più il ceco Davide Heidenreich dietro e il centrattacco cipriota Panagioutis Louka davanti, mentre il ghisalbese Lorenzo Peli è ormai del Como. A ingrossare il plotone di quelli deputati a partire dal basso, leggi serie C, come il pari età Alessio Girgi, terzino sinistro nato anch’egli allo start del nuovo millennio e adesso alla Pergolettese. In quella categoria sverna perfino un ex campione Under 17 (sempre sotto il vimercatese Brambilla) nel 2016: Emmanuel Latte Lath, passato dalla Carrarese alla Pistoiese nella scorsa sessione invernale e ora all’Imolese, ne è un esempio lampante.

E si parla di uno che segnò alla Juve nell’ottavo di Coppa Italia (perso 3-2) all’Allianz Stadium l’11 gennaio 2017, il giorno del “rapimento” interista di Roberto Gagliardini direttamente dal pullman atalantino. Suoi compagni e coetanei come Salvatore Elia (l’ennesima punta esterna) e Alessandro Mallamo (jolly, da mezzala ad ala), ora alla neopromossa Juve Stabia, hanno raggiunto in cadetteria elementi come Christian Capone (dal Pescara al Perugia) e Filippo Melegoni (al Delfino salvo contrordine) che solo due anni fa sembravano alle soglie della grandeur tra i big. Nell’ultimo campionato professionistico, oltre alla solita pletora di ’97 e ’98, c’è anche la punta del 2000 Rilind Nivokazi. Per l’infornata dei nuovi Caldara, Conti e Grassi c’è da aspettare. Nessun caso di precocità acclarato: dopo tutto anche i suddetti erano prestiti di ritorno al momento dell’esplosione da grandi. La gavetta serve. E il Gasp può attendere.

Effe