Centrocampista di lotta e di governo, oltre 15 stagioni con la stessa maglia addosso, più di 400 partite giocate difendendo gli stessi colori, domenica dopo domenica. Con a disposizione solamente questi dettagli del protagonista di questa storia potrebbe benissimo succedere che col pensiero si trasvoli verso la capitale e nella mente prenda forma l’immagine, rigorosamente in formato figurina Panini, di Daniele De Rossi. E invece basta fermarsi appena oltre la circonvallazione Plorzano, quella che tutti meglio conosciamo come il Rondò delle Valli. Sì, perché basta attraversare via Bianzana e raggiungere la prima cintura della periferia cittadina, dove sorge Gorle, che in questa storia è il nostro caput mundi per trovare Andrea, l’ultima bandiera del calcio orobico.

Holly & Benji – Anno di grazia 1985: lo scudetto va al Verona di Bagnoli, va in scena il Live Aid, Madonna canta Like a Virgin su tutte le radio, al governo c’è Craxi, il cellulare era, ancora e solo, il mezzo di trasporto della polizia carceraria. E a casa Guariglia, doppio fiocco azzurro. A fare compagnia alla primogenita Mara, arrivano in un colpo solo due fratelli gemelli: Andrea e Nicola. Il papà Giovanni impone ai due virgulti il culto rossonero fin dai primi vagiti e li avvia al milanismo aiutato, e non poco, dalle prodezze del trio olandese Gullit-Van Basten-Rijkaard. I due crescono, come è d’uopo per dei gemelli, all’unisono e insieme scoprono anche il gioco più bello del mondo. Da quel momento giocano. Giocano. Giocano. Giocano sempre. Ogni occasione è buona: sotto casa, ma anche dentro a casa, con il pallone di spugna e poi a scuola e in vacanza. Andrea da principio vuole fare il portiere, Nicola è, invece, convinto di voler fare l’attaccante e sembra di stare dentro all’anime più amato dai ragazzini degli anni ‘80 e ‘90. Galeotta fu la mamma Lodovica che, però, ci mette del suo per convincere “l’Andrea” ad abbandonare i pali e andare a formare con l’alter ego Nicola una formidabile ed è davvero il caso di dirlo: affiatatissima coppia d’attacco. Se prima l’analogia era con i campioncini della New Team, ora il parallelismo con i gemelli Derrick è d’obbligo. Le cronache non ci dicono, purtroppo per noi, se anche i gemelli Guariglia fossero in grado di usare la catapulta infernale.

Gli anni delle giovanili – Intanto sono entrati nell’accademy del Gorle e dai 7 ai 13 anni la coppia di attaccanti fa sfracelli, ma è con l’approdo nei Giovanissimi che Andrea, anticipando il tragitto compiuto anche da Pirlo sotto la guida del sor Carletto in quel di Brescia, viene arretrato a centrocampo. Ad avere l’intuizione è mister Giancarlo Turla. E quella trovata sarà la fortuna di Andrea perché la mediana diventerà, rubando le parole al maestro Battiato, il suo centro di gravità permanente. Ora non fa più coppia con il fratello, ma dalla cabina di regia confeziona lanci che sono pasticcini che Nicola sfrutta a dovere, tanto che i due vengono convocati dalla Rappresentativa Regionale per un torneo a Digione, nella Borgogna francese e anche lì riescono a farsi notare. Lo fanno a tal punto che alla conclusione del torneo il premio come miglior giocatore viene assegnato ad entrambi a pari merito.

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