È ufficiale: molta gente non è proprio in grado di comprendere – e quindi rispettare – il lavoro altrui.
Confidandomi con conoscenti ho scoperto che questa “tragica” realtà la subiscono in molti.
Per quanto mi riguarda il gran lavoro non mi spaventa, accetto volentieri di adoperarmi per le urgenze anche i fine settimana e non è la prima volta che mi reco in ufficio durante festività quali Pasqua, Natale o Santo Stefano … come me anche altri colleghi avvocati suppongo.
Il nostro è un lavoro impegnativo e dobbiamo essere pronti a dare risposte all’occorrenza, cercando di mantenere un comportamento educato e rispettoso del vissuto di una persona, magari già fragile; lo dobbiamo fare e, se questo ci pesasse oltre misura, potrebbe essere arrivato il momento di cambiare mestiere.
A tutto, però, c’è un limite!
Il limite è la propria salute da un lato e il buon senso anche degli altri dall’altro.
Perché caro cliente, tu dovresti sempre ricordare che noi abbiamo la tua stessa necessità di riposare, di trascorrere del tempo con la famiglia, di occuparci di faccende personali e pure – concedimelo – di grattarci il posteriore all’occorrenza!
Quindi, sforzati pure tu di capire quando hai un problema urgente o quando l’urgenza è solo il frutto della tua emotività provata dal momento difficile che stai vivendo.
Qualche esempio? Non cercare costantemente il contatto se non hai veri rapporti di amicizia, non credere che il riposo del professionista non venga disturbato se la domenica pomeriggio gli inoltri via whatsapp un documento da leggere… anche se poi educatamente precisi che ben potrà analizzarlo il giorno seguente.
Dai fastidio: obblighi il professionista a riaccendere il cervello, a rimettersi in allerta. Se poi – disgraziatamente – in quel momento lui offre un consiglio non preciso rischia pure di venire pesantemente insultato dal cliente.
Ohhhh, ma ci siete o ci fate?
Noi di mestiere scriviamo atti, studiamo, diamo consigli, quindi se ci chiedete di leggere uno scritto ci state facendo lavorare.
Magari appartenete pure alla categoria di quelli che fanno di tutto per non pagare l’avvocato dopo averlo caricato di lavoro come un asino.
Signori miei, io ovviamente parlo per me, ma resto convinta che questo discorso possa valere anche per molti colleghi e per professionisti di svariati settori: non agitatevi oltre il dovuto, imparate a distinguere ciò che è urgente da ciò che non lo è, imparate a rispettare il vostro professionista di fiducia. Tranquilli che lui non scappa …a meno che non lo tiriate matto e sia obbligato pure a bloccarvi sui social… buon tutto a voi.
Vanessa Bonaiti