33a (14a rit.) serie A – Milano, stadio “Giuseppe Meazza” in San Siro – domenica 20 aprile (20.45)
Milan – Atalanta 0-1 (0-0)
MILAN (3-4-2-1): Maignan (cap.) 6; Tomori 7 (38′ st Gimenez 6), Gabbia 6, Pavlovic 6,5; Jimenez 6 (30′ st Joao Felix 7), Fofana 6, Reijnders 6,5, Hernandez 6; Pulisic 6 (30′ st Sottil 6), Leao 6 (38′ st Chukwueze sv); Jovic 5,5 (30′ st Abraham 5,5). A disp.: 57 Sportiello, 96 L. Torriani; 28 Thiaw, 33 Bartesaghi, 24 Florenzi, 42 Terracciano, 80 Musah, 38 Bondo. All.: Sergio Conceicao 6.
ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi 6; Bellanova 7, Hien 6,5, Djimsiti 6,5 (14′ st Toloi 7); Cuadrado 6 (14′ st Ruggeri 7), De Roon (cap.) 7, Ederson 8, Zappacosta 6 (14′ st Kossounou 7); Pasalic 7 (35′ st De Ketelaere 5,5), Lookman 7; Retegui 6,5 (46′ st Sulemana sv). A disp.: 28 Rui Patricio, 31 Rossi; 24 Samardzic, 44 Brescianini, 90 Maldini. All.: Gian Piero Gasperini 7.
Arbitro: Piccinini di Forlì (Imperiale di Genova, Zingarelli di Siena; IV Marchetti di Ostia Lida. V.A.R. Fabbri di Ravenna, A.V.A.R. Guida di Torre Annunziata).
RETE: 17′ st Ederson (A).
Note: serata coperta, spettatori 72.745 di cui 2.388 atalantini nel settore ospiti. Ammonito Cuadrado per gioco scorretto. Tiri totali 12-10, nello specchio 1-2, parati 1-1, respinti/deviati 5-3. Corner 7-5, recupero 0′ e 5’30”.

MilanoL’Atalanta, battuto il Bologna, sbanca il San Siro che tifa Milan e a quota 64, a cinque dal gong, ancora rimpiange un po’ la lotta scudetto, a meno 7 dal duo Inter-Napoli, ma con la qualificazione alla Champions League ormai solo da afferrare a due mani. Il lampo nel momento peggiore ed ecco il volo d’angelo di Ederson nel gioco delle torri con lo spondista Bellanova sul crossetto di Lookman, tornato nel suo ruolo più congeniale in coda alla ripartenza Pasalic-Retegui-Ruggeri-Pasalic, anche se tutto ha il suo inizio da un anticipo proprio del firmatario del bottino pieno su Fofana. Della serie, le grandi manovre: il 25 aprile sale a Bergamo il pericolante Lecce, forse l’incrocio più sdrucciolevole di quanti ancora ne restano.

La sfida a specchio, con la sopresa dell’uomo assist di Pasqua arretrato a braccetto e quindi ultimo ostacolo per Leao, riserva parecchio lavoro di copertura alle catene delle contendenti, ma sono i bergamaschi ad apparire più martellanti soprattutto alla loro destra. Il lavoro della medesima chiama il cross all’ex Torino per l’ascensore a lato di Ederson al 19’18”. Nemmeno due lancette più tardi, nel duetto col portoghese, Hernandez sbatte addosso all’uscita di Carnesecchi ma in posizione irregolare. Al 26′ la diagonale di Jimenez finisce per sbilanciare Lookman, che difatti se ne lagna non senza ragione, sullo scavino mancino dell’accentrato Pasalic, appena dopo la girata di Retegui innescata però dal fondo dallo stesso mancato assistman doppio. Un altro tris d’orologio e la palla persa da De Roon provoca il contropiede a due Reijnders-Leao col parabiaghese a vincere il contrasto, vanificato da un’assurda chiamata di offside che mai nella vita poteva esistere.

Se a una decina scarsa dall’intervallo Pavlovic non fa saltare dritto il Chapita sulla punizione da destra procurata e calcita dal capitano atalantino, bravo a inserirsi nel patatrac in uscita tra Gabbia e Fofana, di là il talento portoghese s’infrange anche sull’attento Cuadrado che poi (38′) trova il suo centravanti poco pronto in navata. Al 42′ allo stesso Leao, dopo lo stop imposto da Hien al regista di casa, viene sporcato l’azzardo da venti metri, spia di un Diavolo dalla coda della frazione avvelenata, tanto che subito dopo c’è l’imbeccata di Jimenez, entrato a mezza via, per lo spostamento di Jovic sul sinistro evitando il terzo di destra improvvisato ma senza trovare lo specchio dritto per dritto. La ripresa comincia con lo strappo reiterato dei due mediani, ma è De Roon a fermare in corner il connazionale. Meneghini ben più pericolosi, a cavallo dei due tempi: tra 6′ e 7′, Hien dice no a Reijnders sul lavoro di Tomori e Leao allarga, seppur la deviazione è di Djimsiti che in caduta si fa male alla caviglia destra (trauma distorsivo), dietro invito di Jovic senza che i nerazzurri fossero riuscito ad allontanare quella maledetta palla sull’onda lunga del quinto corner contro, originato dal muro sulla botta dalla lunga di Fofana.

Al decimo rischio totale ancora sul neerlandese della mediana che sale a rimorchio del traversone da destra di Pulisic, ma interviene il bravo e applicatissimo Raoul che in seguito buca dal suo lato costringendo il colombiano a stendere Hernandez lanciato dal compagno dell’attacco. Fofana ci ritenta in proprio in coda al triplo cambio gasperiniano entro l’ora di gioco rivoluzionando difesa e fasce, che si rivela immediatamente impattante anche nel difendersi dall’assalto delle estreme. Kossunou, out per 17 match da infortunato più la panchina col Bologna. Anzi, al 23′ è Tomori a sventare il possibile raddoppio lookmaniano su un’azione corale come quella del gol benché sviluppata negli ultimi trenta metri. Al nigeriano, che riceve da Retegui, lo stesso ex Chelsea sporca la traiettoria (25′), mentre entro il poker cronometrico all’oriundo al centro della prima linea è il polpaccio più che la scivolata di Pavlovic in contrasto a negare il bis sull’appoggio preciso aperto al compagno di reparto a sinistra da un Pasalic perfetto.

Esaurite tre folate imprecise dei locali, la prima sul triplo asse Joao Felix-Fofana-Leao con ultimo passaggio lungo, rientra dopo una sola partita saltata anche De Ketelaere, ex della partita, che ne perde subito una sanguinosa ringraziando l’erroraccio di misura dell’attaccante dalla sua stessa parte che la allunga ad Abraham in modo eccessivo. A un tris dal novantesimo il 4-2-4 milanista sforna una palla di Gimenez per il taglio del Felix dall’esito infelice, perché se quello significa chiudere un tiro incrociato davanti alla lunetta… De Roon poi lo recupera alla grandissima. Alle soglie del recupero, Lookman sterza bene su invito del match winner in ripartenza tirando di sinistro sullo stesso piede di Maignan. Chukwueze trova Reijnders che dai venticinque abbondanti la sgancia in curva.