Atalanta – Empoli 3-5 (1-3)
ATALANTA (3-5-2): Dajcar; Scalvini, Berto (1′ st Cittadini), Ceresoli (1′ st Oliveri); Ghislandi (14′ pt Grassi, 34′ st Mediero), Gyabuaa, A. Sidibe, Cortinovis (cap.), G. Renault; Ghisleni (22′ st De Nipoti), Italeng. A disp.: 12 Sassi, 29 Vismara (p), 4 Giovane, 13 Scanagatta, 15 Hecko, 18 Zuccon, 21 Grassi, 24 Rosa. All.: Massimo Brambilla.
EMPOLI (4-4-1-1): Hvalic; Donati (cap.), Siniega, Pezzola, Rizza; Belardinelli, Asllani, Fazzini (47′ st S. Sidibe), Lipari (20′ st Martini); Baldanzi (47′ st Bozhanaj); Ekong (31′ st Degli Innocenti). A disp.: 28 Fontanelli, 12 Toccafondi, 13 Keramitsis, 14 Indragoli, 15 Morelli, 23 Manfredi, 30 Lombardi, 31 Rossi. All.: Francesco Spanò (Antonio Buscè squalificato).
Arbitro: Miele di Nola 5 (Gualtieri di Asti, Di Giacinto di Teramo; IV Marotta di Sapri).
RETI: 28′ pt Asllani (E), 36′ pt A. Sidibe (A), 41′ pt Baldanzi (E), 46′ pt Ekong (E), 8′ st Italeng (A), 9′ st Ekong (E), 45′ st rig. Cortinovis (A), 46′ st Baldanzi (E).
Note: spettatori 865. Aammoniti Ceresoli e Gyabuaa per gioco scorretto, Italeng per proteste. Espulsi De Nipoti e Pezzola al 26′ per reciproche scorrettezze e Scalvini al 39′ st per fallo da ultimo uomo. Tiri totali 12-10, nello specchio 4-6, respinti/deviati 5-3, parati 1-3. Corner 10-1, recupero 3′ e 5′.

Sassuolo (Modena) – Finisce come nell’ultimo anno dell’altro secolo. Niente cinquina dopo ’93, ’98, 2019 e 2020: c’è il secondo dell’Empoli. Un veterano-fuoriquota in meno all’inizio e la Primavera dell’Atalanta manca l’occasione d’oro del tris di fila, mai riuscito prima in quota scudetto per le ammiraglie dei vivai (Torino due volte, Roma, Perugia, Lecce e Inter le altre col bis). Se Davide Ghislandi, goleador e assistman della semifinale con la Samp prima della classe si rompe, la Baby Dea di un Massimo Brambilla senza molte alternative e perennemente privo di Lukas Vorlicky, l’Ilicic destripede, si fa male da sola, aiutata anche da un metro arbitrale tremebondo, per concludere addirittura in 9 contro 10. I bicampioni d’Italia non sono arrivati lucidi e nel pieno delle energie all’appuntamento con la storia, al contrario della compagine dello squalificato Buscè, vittoriosa anche sulle ali del 3-2 al 120′ all’Inter di Mindo Madonna in semifinale.
Apre le danze delle chances, invero rarefatte per tutto il primo tempo, la rasoiata di Italeng al decimo suggerita da destra dal puntello destinato a far crollare la miniera d’oro alla sua uscita, rintuzzata in angolo da Hvalic, mentre Fazzini, avanzato sul la dalla mancina di Ekong, si fa smorzare (12′) dall’osiense, che in preda a una contrattura dovrà cedere il posto subito dopo a Grassi, una conclusione già fiacca di suo. Renault deve virare a destra e ha il suo bel daffare scollinata metà frazione nel recupero in diagonale per evitare danni da Lipari, bravo a tagliare sul servizio dal fondo di un Ekong troppo rapido per Ceresoli. Il patatrac del terzino sinistro riciclato a terzo dietro si ripete proprio sul più brutto, perché al limite la punizione a due con danza sulla sfera di Baldanzi premia la potenza di Asllani, già doppiettista nel 4-2 in rimonta in regular season a Zingonia, anche se c’è sicuramente la deviazione (forse del futuro autore del pari temporaneo) dietri una barriera che si apre col coccodrillo inefficace della mezzala destra. Un ottovolante cronometrico è comunque sufficiente a riordinare le idee, tanto che nell’azione avvolgente con Ghisleni a pestare quasi i piedi al partner di linea verso il vertice sinistro s’inseriscono anche Cortinovis e Gyabuaa con Sidibe a piazzare l’impattata nell’angolino appena dentro l’area. Purtroppo dietro gli equilibri sono totalmente saltati. La new entry perde l’attrezzo a centrocampo, Baldanzi s’invola pressoché senza opposizione, col difensore già cartellinato a scansarsi e Dajcar non esattamente impeccabile nel distendere le braccia. L’insaccata a mezz’altezza, come tutte le disgrazie che si rispettino, non resta isolata e a un terzo del recupero il lancio dalle retrovie di Donati coglie tutti impreparati al netto del centravanti toscano (il dimezzatore del punteggio nel 2-1 bergamasco il 12 maggio a Monteboro) che beffa il portiere nerazzurro con un tocco sotto le gambe.
Berto, non impeccabile in chiusura, è uno dei due sacrificati al rientro dal tunnel. Non sembra proprio giornata, visto che il camerunense là davanti spreca alle stelle, aprendo il piattone in eccesso, il recupero con appoggio dell’italo-ghanese ex Parma, dopo un’azione convulsa iniziata da lui in combutta con Cortinovis, avanzato tra le linee nello schieramento rivisitato a rombo. La magia di Oliveri, proiettatosi dove il campo sta per finire e bravo a pennellarla per la parziale riapertura dello score dell’ex clivense, viene vanficata dal balzo in presunto offside del primo dei due doppiettisti del nemico, scattato sul filtrante lungo di Fazzini. Colpo durissimo da assorbire, anche se il capitano, pur molto discontinuo, ha sempre il numero in canna e solo l’erroraccio di Manu può vanificarne lo smarcante di tacco: la mezzala invece di incrociare allarga dritto per dritto al quarto d’ora. La sfida s’incattivisce al punto che De Nipoti, in campo da poco, colpisce al volto Pezzola in un contrasto di gioco per riceverne la manata in faccia di reazione: 19′ al 90′, doccia anticipata per entrambi. Oliveri svetta alto (36′) sul corner da destra del francese di Desio, quando s’è consumata da un amen la mossa della disperazione Mediero, ex barcelonista alla terza presenza a livello Under 19. Niente da fare: Siniega salva sul tap-in di Oliveri dopo un tiro-cross del fantasista di Monterosso in sovrapposizione a Renault smanacciato dall’estremo altrui e Scalvini lascia i suoi in nove stendendo Baldanzi. sulla ripartenza secca. Il calcio franco di Asllani viene respinto, Fazzini non trova la mira. Inutile il rigore nel finale per il mani di Berlardinelli sul tiro dalla bandierina di Guillaume: Cortinovis sigla il meno 1 spiazzante, alla ripresa da metà campo Fazzini fugge in corsia e Baldanzi, che aveva timbrato anche nella Bergamasca e vince il premio di Mvp delle Final Six assegnato dai mass media alla memoria di Piermario Morosini, azzecca il sinistro sottomisura che vale il secondo titolo nella storia dopo quello del ’99.
Simone Fornoni