Da una parte, la fisiologica curiosità legata all’illustre parentela, con relativo confronto improntato, dinanzi a una telecamera, più sui tratti somatici che sulle caratteristiche tecniche. Dall’altra, la questione del razzismo, sempre pronta a riaprirsi, quando di mezzo c’è Mario Balotelli. Il pugno destro alzato al cielo a ricordare Willy Monteiro Duarte, in uno dei più sconvolgenti casi di cronaca dell’ultimo periodo, ma anche, se non soprattutto, una commovente storia fatta di affidi e di ricongiungimenti tra due fratelli che si sono rinsaldati anche grazie al pallone. Se la storia di Balotelli è di fatto dato acquisito, nella memoria collettiva di una Nazione, vuoi per le gesta sportive e vuoi per le intemperanze occorse dentro e fuori dal campo di gioco, per Enock Barwuah la ribalta su larga scala è arrivata ieri sera, con l’ingresso nella casa del “Grande Fratello Vip”. Con il debutto televisivo del fratello di “Super Mario”, al cospetto del reality, per antonomasia, della televisione del Belpaese, ecco divampare il dibattito. Ed ecco i paragoni con il fratello maggiore piovere a raffica. Eppure chi frequenta la scena dilettantistica bergamasca, se non lombarda, conosce da tempi non sospetti Enock Barwuah. In particolare, correva la stagione 2014-2015, quando l’attaccante classe ’93, lo scorso anno tra Castiglione e Caravaggio, militava in un Sarnico pieno zeppo di volti arcinoti e talenti più o meno consacrati. Matteo Sora, naturalmente, bomber sempreverde e sempre pronto a guadagnarsi la copertina dalle parti del Lago d’Iseo; Alberto Nichesola, centrocampista dalla visione sopraffina avvezzo a palcoscenici di valore; Luca Mandelli, attuale capitano dell’Ome; “Rambo” Lochis, oggi impegnato in una sorta di seconda vita calcistica, nei panni di direttore generale del Valcalepio; Mauro Pagliuso, che per alcune stagioni ha rappresentato il baluardo affidabile, a dispetto dell’ancor giovane età. E a garantire per tutti, il direttore sportivo Michele Bizioli, oggi con Sora all’Atletico Sarnico di stanza a Villongo e che condivise con quel gruppo pregi e difetti, momenti topici e altri più bui, di un percorso culminato infine in una salvezza nel campionato d’Eccellenza. “Mi sono trovato molto bene con Enock – spiega Bizioli – e credo che il ragazzo possa dire altrettanto di me. Arrivò nel mese di dicembre, all’interno di una più ampia operazione che portò a Sarnico altri due attaccanti, Giordano e Ouadi. Avevamo venti punti al giro di boa del campionato e per di più la componente economica esigeva che il budget andasse incontro a un qualche taglio. Enock non fece pretese, lui voleva rimettersi in gioco dopo la parentesi al Vallacamonica, anche se l’inizio non fu per niente facile. Voleva giocare ma il poco spazio a disposizione, almeno inizialmente, lo portò a coltivare l’idea di un prematuro addio. Al dunque si impose la caratura di quello spogliatoio, uno spogliatoio che ancora oggi non esito a ritenere tra i migliori mai avuti nella mia carriera, e il ragazzo si convinse a restare, finendo per credere come tutti nel traguardo della salvezza. Segnò un gol di capitale importanza, contro il Rezzato, nella penultima giornata del torneo; grazie a quel gol, grazie a quel 2-1 sul Rezzato, trovammo quei tre punti che ci consentirono di uscire dalla zona più calda. Ma non solo, perché, in positivo, c’era stato anche il rigore per il gol-partita (trasformato da Fenaroli, n.d.r.), con espulsione dell’avversario, mentre, in negativo, ci fu l’espulsione, nei minuti finali della partita. Le aveva combinate un po’ tutte quel giorno. Per certi versi, l’anonimato che lo accompagnò lo aiutò a inserirsi in un gruppo che lo trattava per come era, senza l’intento di tirar fuori chissà ché dalla sua immagine, dal suo essere fratello di Balotelli”. Calcio a parte, c’è da chiedersi se, a modo suo, la stessa piazza di Sarnico fosse diventata il centro della movida, con un personaggio che, volente o nolente, era avvezzo ai fari della ribalta: “Che piaccia al pubblico femminile, anche più di Mario Balotelli, per noi è dato risaputo. Ancor prima che Antonella Elia (intervenuta in qualità di opinionista al “GFVIP 5”, n.d.r.) si sperticasse nelle sue lodi, ricordo di averlo portato a casa un giorno e mia mamma, in stretto dialetto bergamasco, non aveva avuto dubbi: era più bello di Mario Balotelli. Tecnicamente non era eccelso, ma fisicamente aveva tutto per imporsi, dentro e fuori dal campo, ma ci sono un paio di aneddoti che possono forse sottolineare l’umiltà di fondo. Una domenica, io e Sora lo accompagnammo all’aeroporto, perché doveva ritirare il fratello, proveniente da Liverpool, con un’auto presa a noleggio. Balotelli era imbacuccato in maniera epica, pur di non farsi riconoscere in aeroporto, ma prima di congedarsi gli fu intimato da Enock di venire a salutarci e ringraziarci. E poi in un’altra occasione, sempre con me e Sora, andammo a Bergamo per un giretto serale e poi raggiungemmo la discoteca “Bobadilla”. C’erano state un po’ di intemperanze in giro e a noi, che pure eravamo in compagnia di ragazze, ci fu impedito di entrare. Quel che mi piace ricordare è che Enock non si impuntò minimamente, non fece valere parentele o chissà quali spacconerie, e ritornò con me e Sora, a casa, con le pive nel sacco. Credo che anche adesso, se mai dovessimo ritrovarci, il rapporto sarebbe di quel tipo, perché a lui era anzitutto piaciuto che noi lo trattassimo come tutti gli altri, senza agevolazioni, dovendo sudarsi il posto come tutti. In campo, ma anche in discoteca”.
Nik

Nella foto di copertina, Barwuah con Walter Duci del Sarnico. Sotto, con Matteo Sora