Bologna – Atalanta 1-2 (1-0)
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski 6; Posch 6,5 (37′ st Cambiaso sv), Soumaoro 6, Lucumì 6, Lykogiannis 6,5; Medel 7 (24′ st Schouten 5,5), Dominguez 6; Orsolini 7, Ferguson 6,5 (24′ st Pyyhtia 5,5), Soriano (cap.) 6 (24′ st Aebischer 6,5); Sansone 5,5. A disp.: 1 Bardi, 12 Raffaelli, 4 Sosa, 6 Moro, 18 Raimondo. All.: Thiago Motta 6,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Musso; Toloi (cap., 43′ st Djimsiti), Palomino (32′ st Demiral), Scalvini; Hateboer (1′ st Zappacosta), De Roon, Koopmeiners, Ruggeri; Pasalic (1′ st Boga); Hojlund, Zapata (11′ st Zapata). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 5 Okoli, 3 Maehle, 21 Zortea, 93 Soppy, 11 Lookman. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Di Bello di Brindisi 6 (L. Rossi di Rovigo, Capaldo di Napoli; IV Perenzoni di Rovereto. V.A.R. Banti di Livorno, A.V.A.R. Pairetto di Nichelino).
RETI: 6′ pt Orsolini (B), 2′ st Koopmeiners (A), 13′ st Hojlund (A). 
Note: minuto di silenzio per Gianluca Vialli, Ernesto Castano e Sinisa Mihajlovic. Serata fredda, spettatori 16.953. Ammoniti De Roon, Pasalic, Medel, Lykogiannis e Dominguez per gioco scorretto. Tiri totali 12-6, nello specchio 3-3, parati 2-1, respinti/deviati 2-0. Corner 4-0, recupero 1′ e 5′.

Bologna – La bordata del pari a mezz’altezza da 25 metri, il tocco sotto a scavino sull’uscita del portiere. Il dio del pallone eriga immediatamente un monumento a Koopmeiners (quinto gol) e Hojlund (terzo, due di fila), che nel posticipo di Bologna la ribaltano in poco più d’una sporca decina approfittando. Ma anche a Boga, residuo del calciomercato invernale che ha salutato Malinovskyi e doppio assistman nel notturno della diciassettesima giornata in cui l’Atalanta acciuffa a quota 31 le due romane in attesa di sveltire un po’ il passo nell’aperitivo domenicale con la Salernitana al Gewiss Stadium. Per effetto degli scontri diretti, fin qui, sesto posto. L’inedita coppia pesante in attacco con Zapata comunque in sordina non ha convinto, le correzioni in corsa sì. La reazione allo svantaggio subitaneo a giro dell’ex Orsolini, servito praticamente dallo scarico involontario in scivolata di Palomino, a mezza via tra lui e il falso nueve Sansone, lungo la traiettoria bassa dall’out di Posch non intercettata da Ruggeri, è tutto fuorché convincente fino ai cambi nella seconda metà. Si torna a vincere dopo quattro (2-0 a Empoli, 30 ottobre) in cui era stato racimolato appena il punticino in extremis a La Spezia.
In avvio, distrazione a parte, nerazzurri dai reparti scollati e troppi metri concessi, come a Soriano che alle soglie del decimo chiama l’ascensore al volto noto ascolano, incapacitato a pungere saltando quasi dalla linea di fondo. Preoccupante la terza conclusione di casa, a ruota, di Medel, fortunatamente col piede debole e a lato, soprattutto perché a propiziarla è futuro firmatario dell’1-1 che perde palla sulla pressione del cileno, bravo a duettare con Ferguson quanto precipitoso nella soluzione. Il difensore tucumano non riesce a farsi perdonare l’errore dietro svettando sullo schema da fermo (Medel atterra Hojlund) del mancino olandese (13′) e le cose per i bergamaschi non funzionano nemmeno in disimpegno, col colombiano costretto ad arretrare a prendersi palla salvo perdere spesso la maniglia, vedi chance dalla lunghissima di Lykogiannis (18′) alzata sopra il montante dall’altro rientrante Musso. Giusto un giro di lancetta prima, il tiro chiuso male in mischia dallo stesso Toro di Cali dopo il contatto sospetto tra Soumahoro e il danese, smarcato dalla combinazione trovata con De Roon e Pasalic che gliela restituisce di tacco.
Timide proteste e si riparte a testa bassa senza venire al dunque. Se il successivo guizzo del diciannovenne nordico è un tentativo defilato di diagonale al 33′, appoggiato da lontano di testa dal compagno di reparto e contrastato dal centrale di destra rossoblù, ma quasi tutti gli altri giocano a singhiozzo e non possono aiutarlo nelle maglie strette petroniane. A un poker dalla pausa il tuttosinistro di Zogno anticipa bene l’autore del vantaggio, servito dal suo capitano che poi strozza di destro davanti alla lunetta. Al rientro dal tunnel, nemmeno due minuti e la new entry ivoriana attira a sé Dominguez al culmine del giropalla dopo il cambio di gioco ruggeriano per Zappacosta-De Roon-Toloi liberando la mattonella al tiratore scelto di Gasperini. Altri 11 ed ecco il filtrante perfetto per taglio, inserimento e bis. La rotazione nerazzurra, sacrificato Duvan sull’altare dell’equilibrio targato Ederson, conferisce maggiore compattezza e la fase difensiva a cinque trova un Ruggeri attento nel deviare la traiettoria orsoliniana (17′) in scia alla punizione dell’esterno greco smanacciata dall’arquero albiceleste. 
Non si costruisce granché nemmeno dalla barricata opposta, leggi impennata di Dominguez su calcio franco di Aebischer dall’out sinistro (32′). Torna a pelo d’erba pure Demiral. Si trema quando Dominguez (43′) ciabatta dritto per dritto sullo scambio spondato dello svizzero ex Young Boys, innescati entrambi dal pallone a rientrare di Lucumì. Al 2′ di recupero il laterale sorano entrato al posto di Hateboer calcia addosso a Skorupski nell’ultimo gioco da quinto a quinto. 
Simone Fornoni