Una scritta che qualche lacrimuccia la fa scendere, a chi sa, a chi conosceva e a chi soprattutto non può dimenticare. “OUC Venanzio Vavassori”. L’acronimo sta per Oratorio Urgnanese Calcio, la denominazione della società attuale del paese. Quel nome amatissimo sulle maglie, sotto il retro del colletto, nero su arancione, anche se ne esistono pure la versione azzurrina e quella bianca dedicata all’Arma dei Carabinieri, per la prima volta dalla sua salita in Cielo a raccogliere il premio dei giusti, deve aver guardato giù di sicuro.

I suoi ragazzi dell’Over 35, che anagraficamente non lo sono più da un po’ ma dentro lo saranno sempre, hanno appena battuto a sorpresa la Nembrese seconda in classifica nel campionato provinciale Over 40. Vantaggio e contro-rimonta, 3-2, l’innesto di gennaio Samuele Zanichelli grande protagonista e Paolo Milani match winner.

Ma questo e altro, la cronaca e le pagelle, lo leggerete sull’edizione di Bergamo & Sport in edicola (anche in versione digitale) lunedì 5 febbraio. Qui preme il ricordo dell’uomo e la sua perpetuazione nella memoria collettiva, anche al di fuori della sua comunità. Perché quello stampigliato sulle casacche è i nome di un precursore. Uno che di punto in bianco, stile “pic e pala”, tirò su negli Anni Settanta quello che è l’attuale centro sportivo di Urgnano. Il fondatore della Urgnano 80, uno dei club che ha attraversato la storia di una comunità compresa tra i confini con Zanica e quelli con Ghisalba, la Basella in mezzo, la Rocca Viscontea e il Campus scolastico e sportivo come epicentri del passato e del futuro.

Venanzio Vavassori, insieme all’amico di sempre Giuseppe Morelli, non è solo il dedicatario dello stadio comunale. E non è solo lo sportivo, l’allenatore e il dirigente che ha avuto a che fare con Pontirolese, Mornico e Ponte San Pietro col guru degli allenatori bergamaschi Nado Bonaldi. Ma è anche colui che organizzava le trasferte degli Over al Torneo Alpe Adria a Parenzo, in Croazia, turismo calcistico in bassa stagione per non smettere mai di divertirsi, a giugno, una volta finita quella dei campionati provinciali. Oltre a essere il papà riconosciuto dalla OUC Over 35 che sente di dovergli qualcosa intestandogli le divise di gioco. Un calcio alle lacrime per mirare meglio la porta dell’amicizia e della voglia di costruire sempre qualcosa di nuovo, da pionieri, come faceva Venanzio.

Simone Fornoni

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