di Evro Carosi*
Ciao Daniele, noi  italiani stiamo soffrendo  la mancanza di grandi attaccanti  e per colmare questo vuoto ci aggrappiamo, chissà perché, proprio a Mario. Il ragazzo però  non ha mai avuto il talento del top player e, come tutti, non lo potrà imparare. Ricordo  anch’ io le sue  prime partite a San Siro: grande piede, gran tiro, sicuramente più determinante di oggi. Poi, l’aspirante campione, si è perso per strada.  Balotelli all’Inter era una mezza riserva e così al City. Nel Milan è  sì  titolare, ma di una squadra che, a stento, naviga  a metà classifica. Tuttavia, ben sapendo che nel calcio “moderno” le formazioni  non le fanno gli allenatori ma gli sponsors , il suo manager non si è dato  per vinto e ha confezionato per Mario la maschera del personaggio famoso. Si parla di lui perché è un italiano di colore, perché è sempre in cerca di guai e perché per festeggiare l’eliminazione dai mondiali, si tinge la cresta di biondo. Se davvero da grande il Mariolino decidesse di fare il calciatore, dovrebbe smetterla di parlare di fratelli neri e altre simili corbellerie, in Italia siamo in tanti a volergli bene, provi piuttosto ad indossare la maschera dell’umiltà. Forse, così facendo, rischierebbe  di convincere anche chi, come me, crede che ventiquattro anni siano troppi per continuare a parlare di talento.
*molto famoso, Evro Carosi è un giornalista, uno scrittore e un musicista