VENEZIA – Finalmente un po’ di sorriso. L’Atalanta torna a vincere, senza fatica, e inguaia, forse definitivamente, il Venezia verso la retrocessione. I nerazzurri non hanno certo sudato non solo le canoniche sette camicie ma nemmeno la maglietta corallo, un colore che porta più che bene. Certo, per valutare la rinascita atalantina è opportuno aspettare il recupero di mercoledì col Toro perché il Venezia si è rivelato poca cosa. Sempre in balìa dell’Atalanta, qualche spunto, un palo casuale e un gol: troppo poco per creare problemi a Freuler e compagni. Le cose belle del pomeriggio nella terra della Serenissima riguardano due giocatori, rispetto a tutti gli altri: Luis Muriel e Giorgio Scalvini. L’attaccante colombiano, dopo la brutta figura col Verona, è sceso in campo con la ferma intenzione di riscattarsi e da subito è diventato un cliente pericoloso per la molle difesa veneziana: un gol di testa, non è usuale per lui, un palo e due assist decisivi per le realizzazione di Zapata e Pasalic. Entrambi, finalmente, in doppia cifra: dieci gol a testa. Zapata non segnava dalla quattordicesima giornata, gol decisivo in casa juventina, mentre Pasalic ha il Venezia nel mirino, una tripletta all’andata. E Giorgio Scalvini? Un portento, e lo scriviamo in modo sommesso, un fenomeno. Non è un’esagerazione: dopo poche partite in serie A è già padrone del suo ruolo. Sicuro in fase difensiva e decisivo quando si inserisce in avanti, soprattutto sulla destra. Attorno a loro due la squadra è tornata all’altezza dei tempi migliori, confermando la sua predisposizione in trasferta, sfornando fresca fresca la vittoria numero undici. Formazioni in campo con variazioni. Gasperini propone la coppia Zapata-Muriel, a centrocampo i due mediani di ferro De Roon e Freuler, Pasalic incursore centrale, laterali Hateboer e Zappacosta, questa scelta obbligata, in difesa, davanti a Musso, Scalvini, Djimsiti e Palomino. Zanetti cambia davanti a Maenpaa, in difesa Mateju, Ceccaroni, Svoboda e Ullmann, a centrocampo Cuisance, Busio e Ampadu, Aramu trequartista, Okereke e Henry in attacco. Gli atalantini cominciano con lena ma Djimsiti si mangia il gol del vantaggio su assist di Muriel, tanto per cambiare. Brividi dopo cinque minuti per il gol di Henry di testa ma il Var lo annulla per fuorigioco. Centrocampo canonico: De Roon controlla Busio, Freuler dall’altra parte l’altro americano Cuisance mentre Pasalic si trova di fronte Ampadu ma è l’Atalanta a condurre il gioco con trame più che discrete, sulla destra, per gli inserimenti di Scalvini che ha l’appoggio di De Roon e un po’ di Hateboer, solito pasticcione. Atalantini che sfiorano il gol con Muriel, con Palomino, palo ma l’inserimento decisivo è di Scalvini, e con Hateboer. Nella seconda parte del primo tempo la squadra di Gasperini tira il fiato ma il Venezia non crea problemi a Musso. Poi, allo scadere, arriva il sospirato gol del vantaggio: Muriel fa tutto quello che vuole da sinistra, Ampadu la devia sulla traversa, Pasalic, tutto solo e tenuto in gioco proprio dal gallese, realizza l’1-0. Nella ripresa il risultato è subito sistemato: Muriel se ne va a sinistra lasciando a terra Svoboda, cross per Zapata che realizza. Troppo facile. Ci potrebbe essere subito il 3-0 ma Hateboer, lanciato in contropiede da Zapata, cade a terra in area al momento di concludere. Il Venezia prova a reagire e allora sale in cattedra Musso con una parata decisiva su Okereke. Il 3-0 è nella logica delle cose perché l’Atalanta domina senza impacci, fin troppo facilmente. Prima un palo di Muriel e quindi il 3-0 : Zappacosta crossa da sinistra, Muriel insacca di testa. Sul 3-0 gli atalantini si rilassano quel tanto che basta per far arrabbiare Gasperini e concedere il gol della bandiera al Venezia, autore Cernigoj su palla persa da Boga. C’è anche il tempo per rivedere in campo, fra gli altri, Moustapha Cisse.
Giacomo Mayer