Fara Olivana – Con tutta la semplicità del mondo. Potrebbe essere il vero titolo di questa intervista  a Francesca Nocera, pluricampionessa italiana di Motocross (2013, 2014, 2015, 2016, 2019) e d’Europa dopo l’intervista che ci ha gentilmente rilasciato nella sua casa situata nel piccolo borgo della Bassa Bergamasca. Proprio da Fara ha spiccato il volo verso le piste impolverate o infangate di tutta Italia e d’Europa, portando in alto i colori delle Fiamme Oro, Società per la quale veste gli inconfondibili colori blu e rosso.
Francesca è un anti-personaggio ma proprio per quello ci ha incuriosito, oltre al fatto che pratica uno sport che, senza voler fare della facile discriminazione, appare più maschile che femminile. Allora siamo partiti proprio da questo aspetto per conoscere la ventisettenne bergamasca.
Francesca, togliamo subito al lettore una curiosità. La passione per il motocross da dove parte? Questione di DNA o era qualcosa nata solo dalla tua passione innata?
“La passione è stata trasmessa da mio papà, anche lui grande appassionato del fuoristrada. All’età di 9/10 anni circa mi regalò una moto… i primi anni l’ho preso come un hobby poi dopo il primo infortunio alla schiena che mi ha tenuto lontano 9 mesi ho capito che non potevo più farne a meno e così dopo essere risalita in sella con l’appoggio della mia famiglia ho deciso di provare ad intraprendere questo sport come un possibile lavoro”.
Raccontaci le prime emozioni in gara. Quanti anni avevi e soprattutto, dura competere in un mondo che di rosa ha poco? Possiamo affermare che ti ha formato il carattere di fronte alle avversità (non solo ambientali visto che si corre all’aperto e con qualsiasi condizione metereologica)?
“Le mie prime vere gare sono iniziate quando avevo 16 anni, ero parecchio emozionata alla prima partenza; soprattutto quella mondiale. Era sempre stato un sogno essere lì! A distanza di anni fortunatamente si sono un po’ “spenti” gli stereotipi donna + moto = maschiaccio! Io mantengo tutta la mia femminilità al di fuori della moto. Questo sport è stata la mia fortuna… ha davvero formato una parte fondamentale del mio carattere fondamentale, ha tirato fuori la parte forte coraggiosa e determinata di me”.
Nel frattempo dividevi il tuo tempo fra studio e moto. E’ stato difficile conciliare i due impegni? “E’ difficile riuscire a conciliare le due cose. Da fuori può non sembrare, ma essere uno sportivo professionista a tempo pieno richiede tempo e sacrificio: che in tutta onestà io faccio con grande voglia”.
In uno sport così duro è facile incappare in cadute e infortuni. La tua carriera ti ha visto superare anche questi momenti bui. Non hai mai pensato di abbandonare per dedicarti ad altro?
“Se non fosse per l’immensa passione che mi lega alla moto sì, avrei già mollato. Ma non riesco ad accettare ancora l’idea di mettere a tacere quella “fame” che sento dentro. È più forte delle difficoltà, non riesco ancora a metterla a tacere. Ma vi confesso che reggere il peso del “vorrei ma non posso” è difficile, parecchie volte ne ho risentito anche mentalmente. L’atleta professionista vive di questo. Per molti non può essere compreso, per noi il nostro sport è vita. È dal 2012 (praticamente da quando ho iniziato ad andare forte) che cerco di raggiungere i miei obiettivi ma ogni qual volta sono vicina arrivano imprevisti che mi cambino i piani, imprevisti che spesso e volentieri non ho potuto evitare”.
Francesca, non tutti sanno che nel frattempo hai dovuto combattere una battaglia durissima con un male che spesso non lascia scampo. Ora che hai tutto alle spalle, è naturale chiederti dove hai trovato la forza, una volta venuta a conoscenza della situazione, per combatterlo e per tornare in sella alla tua moto.
“Sono una ragazza testarda e determinata, da vera bergamasca. È stata la gara più lunga e difficile della mia vita. Ma come spesso ho detto, mi ritengo fortunata. Ho passato giorni in cui davvero non avevo la forza di alzarmi dal letto e l’unico pensiero che mi aiutava a reagire era il ritorno alle competizioni. Sono esperienze che ti cambiano la vita”.
Ti riporto un tuo messaggio su Facebook del 2019 quando hai vinto il tuo quinto titolo nazionale. “Ho continuato ad andare avanti, anche quando sarebbe stato più facile mollare e rinunciare. Rimettere insieme i pezzi sta richiedendo tempo, ma sono consapevole che, se avrò abbastanza forza di volontà e pazienza, tutto andrà per il verso giusto! Spero di aver trasmesso il messaggio che volere è potere, che nella vita non bisogna mai mollare! Fino alla fine! Grazie di cuore alla mia unica famiglia, ad ognuno di voi, per avermi supportato e per continuare a farlo ogni giorno! Per voi ho vinto, per me abbiamo vinto!”.
“A rileggerlo mi viene il magone: in quel periodo affrontavo la seconda terapia e nonostante il mio fisico fosse parecchio debole, nella mia testa avevo bisogno di non mollare. Ho vinto il mio quinto titolo italiano, anzi come ho scritto “abbiamo vinto”. Con la mia famiglia, i miei amici veri, le Fiamme Oro e tutte le aziende che mi supportano nel bene e nel male”.
Nel 2021 la tua decisione di spostarti dal cross all’enduro. Spiegaci la differenza ed il motivo della tua scelta.
“Sentivo principalmente il bisogno di cambiare e avere nuovi stimoli. Non ho fatto la scelta perché non mi sentivo più competitiva nel cross, assolutamente no. Ho avuto l’occasione di entrare a fare parte di un team che è diventato come una famiglia. Devo ringraziare anche le Fiamme Oro per avermi appoggiato”.
Quest’anno, oltre al campionato nazionale, sarai impegnata nei Mondiali. Confessaci le tue emozioni quando corri all’estero portando i colori italiani in giro per il mondo.
“E’ sempre un’emozione unica poter portare in alto i colori dell’Italia. Nel cross abbiamo vinto parecchi titoli europei delle nazioni ed è stato sempre emozionante”.
Un pensiero per la tua squadra, le Fiamme Oro. Immaginiamo che vesti questi colori con orgoglio visto che rappresenti una vera istituzione che quest’anno ha compiuto 170 anni.
“Assolutamente, con tanto orgoglio! Sono onorata di poterne fare parte”.
Chiudiamo questa intervista con un consiglio per le ragazze. Cosa ti senti di suggerire loro a chi volesse avvicinarsi a questo sport avvincente?
“A tutte le ragazze amanti delle due ruote dico di non arrendersi mai, di avere obiettivi, piccoli o grandi che essi siano. La moto è libertà e noi donne abbiamo il diritto di sentirci libere”.
Francesca Nocera, un ritratto di atleta la cui semplicità è pari alla sua determinazione in pista (e nella vita), un’amica schietta che tutti vorrebbero accanto, una ragazza forte. Nella sua esperienza ha fatto dei suoi problemi di salute un trampolino di lancio per dimostrare che, senza abbatterci, è possibile superare ogni male o almeno affrontarlo con la sfrontatezza, dote essenziale anche nel cross e nel mondo dei motori in generale. Una sfrontatezza simpatica, mai supponente, che Francesca mette in tutto quello che fa, da buona bergamasca (come egli stessa ha con orgoglio sottolineato), da poliziotta, da donna dei nostri tempi (che incarna il diritto alla libertà), senza etichette e senza fronzoli.
Giuseppe De Carli