Juventus – Atalanta 1-1 (1-0)
JUVENTUS (4-4-2): Szczesny 7; Cuadrado 6,5, De Ligt 6,5, Bonucci (cap.) 6, Danilo 5,5; McKennie 7, Arthur sv (27′ pt Rabiot 5,5), Bentancur 6,5, Chiesa 6,5 (30′ st Alex Sandro 6); Morata 5,5 (39′ st Dybala sv), C. Ronaldo 5. A disp.: 31 Pinsoglio, 77 Buffon, 37 Dragusin, 38 Frabotta, 8 Ramsey, 39 Portanova, 33 Bernardeschi, 44 Kulusevski, 34 Da Graca. All.: Andrea Pirlo 6.
ATALANTA (3-4-2-1): Gollini; Djimsiti, Romero, Palomino; Hateboer, Freuler (cap.), De Roon, Gosens; Malinovskyi (26′ st Miranchuk), Pessina (8′ st Gomez); D. Zapata (26′ st Muriel). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 2 Toloi, 4 Sutalo, 26 Mojica, 27 Depaoli, 44 Gyabuaa, 79 Diallo, 7 Lammers. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Doveri di Roma-1 5,5 (Preti di Mantova, Liberti di Pisa; IV Mariani di Aprilia. Var Irrati di Pistoia, AVar Bindoni di Venezia).
RETI: 29′ pt Chiesa (A), 12′ st Freuler (A).
Note: Gollini para un rigore a Ronaldo al 16′ st ammoniti Romero, Rabiot, De Roon, Hateboer, McKennie per gioco scorretto, Pirlo (36′), Morata e Gasperini (62′) per proteste. Var: 1. Tiri totali 11-14, nello specchio 6-6, respinti 1-2, parati 5-5. Corner 2-6, recupero 3′ e 4′.

Torino – Il Papu Gomez entra soltanto col gol da recuperare, ma a raddrizzarla è Remo Freuler. A salvare lo score pari sono Pierluigi Gollini che intercetta il rigore a Ronaldo e qualcosa di grosso a Morata, ma anche il collega sull’altra sponda, straordinario su Romero e attento sullo stesso capitano costretto al mero subentro dalla querelle infinita col suo tecnico. Una partita di enorme suspense e dal grande impatto spettacolare, quella della dodicesima giornata all’Allianz Stadium.
Nel primo tempo si finisce sotto oltre la metà cronometrica senza nemmeno capire il perché, dal momento che si manovra e si tira di più. Malinovskyi ricomincia dal tentativo fallito (palla alle stelle, 2′, fallo di Danilo) di bissare la prodezza contro la Fiorentina domenica pomeriggio, ma più arretrato e decentrato a destra, mentre a cronometro raddoppiato la volée da fuori di Pessina sulla sponda di Zapata non è angolata a sufficienza. Occhio dietro, perché subito dopo Romero crede che sul retropassaggio di Djimsiti la sfera sia già di Gollini e Morata può servire dal fondo Ronaldo, che disturbato dalla diagonale in scivolata di Palomino alza la mira fino ai piccioni. Il tucumano si ritrova anche il partner di linea del portoghese e deve ringraziarlo, come l’albanese, caduto davanti a Gollini al 13′ sul contrasto col pluri-Pallone d’Oro, perché sul lancio di McKennie lo spagnolo è offside ma non glielo fischiano e lui sul passaggio di ritorno sporcato, spalle alla porta, sgancia una loffia di tacco che rotola oltre la fine del campo. La controffensiva del borseggiatore ucraino (17′), puntuale nel soffiarla a Bonucci in uscita, non sforna il vantaggio ospite, perché a stoppare Duvan sull’assist dell’altro trequartista c’è la gamba di De Ligt. Arthur va ko (zoppicante) per lo scontro aereo con Romero in occasione del primo corner bergamasco (dentro Rabiot, De Roon e Freuler s’invertono: il primo era partito sul centrodestra come al solito), poi a tiro della mezzora il patatrac del difensore mancino argentino che disimpegna corto favorendo il servizio di Bentancur a Chiesa, bravo ad accentrarsi fino al limite per insaccare a giro l’1-0 poco sotto l’incrocio. Ci sarebbe entro breve la chance per impattarla, ma sull’asse da sinistra Gosens-Pessina-colombiano il tallone destro di Szczesny (33′) impedisce al centravanti il terzo sigillo in campionato alzando sopra il montante. A dieci dall’intervallo (3′ di recupero) ancora l’ucraino ci riprova, in asse con Freuler, dopo una percussione a due su cui Danilo smarrisce la trebisonda: lo specchio è più in qua. A sette abbondanti, sempre da fermo, Ruslan prova a sfruttare il fallo di Bonucci sul compagno-ariete scavalcando la barriera, ma ci sono i pugni serrati del portiere polacco, salvo tentare la magia sulla ribattuta del suo stesso corner, il terzo, molto defilato in corsia: conclusione non incrociata, come lo è invece quella di Pessina (44′) che però rimbalza per spegnersi sul fondo.
Nella ripresa, che inizia a spron battuto, Djimsiti (2′) svetta imperfettamente sul traversone dal centro sinistra di De Roon. Ma la difesa apre un’altra falla e McKennie da sinistra imbecca l’ex madridista, col Gollo a salvare di faccia piena. Ecco dunque Gomez (8′) per il brianzolo. Sull’onda lunga di un piazzato a favore Chiesa imbecca da mancina la fronte bozzuta di Rabiot (10′, fuori di parecchio), ma dietro l’angolo c’è l’1-1: Palomino esce alto su Morata, Papu la tocca, Bentancur non ferma lo svizzero che evita il pari ruolo francese e insacca quasi centralmente scheggiando la faccia inferiore della traversa. Ricomincia un’altra sfida e la Dea deve stringere i denti. Il contatto lievissimo piede sinistro-gamba destra Hateboer-Chiesa provoca il penalty che l’estremo-rapper blocca a CR7 (16′) prima della prodezza su Morata, fermato col braccio di richiamo sul la dell’americano, mentre al 17′ l’ascensore chiamato a De Ligt dall’angolo da destra di Bentancur non richiede altro che un volo plastico. Al ventesimo il gioco da quinto a quinto con cross sinistro a rientrare produce la volée alla carlona di Gosens; a metà del secondo tempo Miranchuk (fermo per Covid dal 27 novembre fino all’altro ieri) e Muriel rilevano il Colonnello e il Toro di Cali. Si spinge e al 28′ l’ascesa in cielo di Romero su controcross del tedesco, dopo il quarto tiro dalla bandierina a favore, da parte del russo, costringe Szczesny al miracolo a due guantoni, quindi Bonucci (braccia attaccate al corpo) si oppone ad Hateboer. Al 34′, altro lavoro per Gollorius, di piede su Danilo in asse col suo numero 7 e comodo sulla mezza rovesciata di McKennie (passato tra le linee in un simil 3-4-1-2) favorita dall’ammollo di Morata dal vertice sinistro. Il bonaerense separato in casa ce l’ha buona sul sinistro dal limite, col baluardo altrui a difendere il palo, grazie al recupero di Gosens (37′). Non finiscono qui le emozioni. Cinquina dal novantesimo, la muraglia è sulla strada della new entry Dybala sul tracciante di Alex Sandro e Cristiano la alza dalla distanza.
Simone Fornoni