“Tu, Bergamo, sei troppo forte per essere sconfitta”. Parola di Manolo Gabbiadini da Bolgare, maglia Sampdoria ma cresciuto nell’Atalanta, uno dei primi contagiati nel calcio di serie A, in un post sotto forma di lettera sul proprio profilo Instagram. “Cara Bergamo, a dedicarti queste righe, mentre stai vivendo un momento terribile, è un bergamasco, per giunta di poche parole. Noi preferiamo i fatti, o piccoli gesti che valgono più di mille parole”, l’incipit.

L’attaccante mancino, esordio in nerazzurro il 14 marzo 2010 a Parma (sconfitta per 1-0, allenatore Bortolo Mutti) e 2 reti (al Gubbio nel 3-4 di Coppa Italia del 21 agosto 2011 e al Bologna in campionato nel 2-0 del 25 marzo 2012) sotto Stefano Colantuono in 26 presenze con la “sua” maglia, parla del dramma della pandemia: “In queste settimane così strazianti, però, non riesco a non dedicarti il mio pensiero mentre guardo le scene più angoscianti che si possano immaginare. Colpi al cuore, che fanno male. Tu, Bergamo, sei troppo forte per essere sconfitta. Per piegarti, pensa, ci è voluto un nemico della peggior specie, mai visto prima, infido, subdolo, invisibile. Per piegarti, ma non per sconfiggerti”.

Gabbiadini scrive di fatto una preghiera da emigrato del pallone: “Io, Bergamo, da bergamasco che non dimentica le sue origini, ti mando il mio abbraccio e il mio incoraggiamento, esortandoti a rialzarti. Più forte di prima. Perché non ho dubbi che sarà così. Perché il tuo è un popolo di lavoratori, che lotta e suda in silenzio, che combatte le difficoltà con orgoglio, fierezza e dignità, senza lamentarsi. Con la profonda convinzione che tutto questo li ripagherà. Tu, Bergamo, continua a combattere. Mola mia, Bérghem”.

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