Tra i simboli della Gandinese, pregevole realtà della nostra Seconda Categoria, c’è Francesco Castelli, uno dei principali artefici che nell’estate del 2015 ha riportato il calcio in quel di Gandino. Da presidente a giocatore, un duplice ruolo che sottolinea il suo peso specifico all’interno del club: “Ripartire ad agosto non è stata un’idea sbagliata – esordisce l’uomo simbolo della nuova Gandinese – In quel momento ci poteva stare perché si è valutato che ci fossero le condizioni per farlo. Con il senno di poi è troppo facile dire che si è trattato di un errore. Tutti noi siamo ripartiti con voglia ed entusiasmo, è stato fatto un tentativo che purtroppo si è interrotto quasi subito. Da oltre un anno stiamo facendo i conti con qualcosa di più grande e parlare di sport di fronte a certe tragedie può sembrare esagerato, ma è doveroso che si torni a pensare e a pianificare la ripartenza di tante cose della nostra vita come, appunto, il calcio”. L’imminente ritorno in zona gialla non dovrebbe stravolgere il quadro generale, quantomeno in termini di prima squadra: “Il probabile ritorno in zona gialla cambierà poco. Essendo stati già dichiarati ufficialmente sospesi i campionati, a livello di prima squadra non avrebbe nemmeno senso riprendere gli allenamenti, per cui proseguiremo nel trend dell’ultimo anno sperando che la situazione continui a migliorare grazie ai vaccini. La speranza è che si possa ripartire in tempo per pianificare la stagione 2021-2022 che auspichiamo possa essere quella del ritorno alla normalità”. Musica sensibilmente differente a livello di settore giovanile: “I ragazzini hanno ripreso con tutte le precauzioni e i protocolli del caso grazie al ritorno in zona arancione. Quando c’è stata la possibilità li abbiamo sempre fatti tornare in campo”. Per chi dovrà attendere ancora un po’ prima di riassaporare il rettangolo verde c’è anche chi in campo ci è già tornato: la Serie D e Eccellenza: “La D è un campionato semi-professionistico che si collega direttamente al mondo dei Pro. E’ la categoria che permette ad alcune squadre di entrare nella Lega dei professionisti, di conseguenza è comprensibile che si sia trovato il modo per portarla avanti. Nonostante ciò, le società sono costrette a sobbarcarsi enormi spese con annessi disagi a livello organizzativo”. Ben diverso il pensiero sull’Eccellenza: “Trovo assurda la ripartenza e soprattutto la struttura dei campionati. Per regolare il sistema promozioni andavano adottate misure differenti, a costo di ricorrere a dei sorteggi. Per fare sì che il campo dia una risposta reale, 10 misere partite non possono essere considerate sufficienti per giocarsi il salto in una categoria così importante. Allo stesso tempo, l’Eccellenza rientra sotto la voce “dilettanti”, per cui non trovo rispettoso che loro giochino mentre le categorie dalla Promozione in giù no. Abbiamo persone che non lavorano causa Covid ma possiamo permetterci di far giocare l’Eccellenza? Capisco che in questa categoria ci siano società più strutturate ma dal punto di vista concettuale rimane una scelta incomprensibile. Il futuro? L’importante è tornare al più presto a vivere le nostre vite in condizioni di piena normalità. Ad oggi si vede un leggero spiraglio in fondo al tunnel con la campagna vaccinale che, mi auguro, possa progredire sempre più velocemente. La ripartenza? che sia agosto, settembre, ottobre o addirittura gennaio 2022 poco importa. Si deve cercare di pianificare qualcosa. Aspettare quanto sarà necessario ma ripartire quando avremo la certezza di non fermarci più”.
Michael Di Chiaro