Da giocatore è cresciuto nel settore giovanile del Seregno, esordendo in Prima squadra e disputando un’invidiabile carriera altrove in categorie importanti fino alla bellezza di 39 anni. Oggi Mauro Sironi ricopre con la stessa passione il ruolo di preparatore dei portieri della Gandinese 2015, sia per la Seconda categoria che per Under 14 e Under 16. Sulla questione allenamenti in zona gialla, la sua descrizione è chiara: “Da qualche giorno facciamo sedute collettive, rispettando ovviamente le norme sanitarie e con il mancato utilizzo degli spogliatoi. Va detto tuttavia che non ci siamo praticamente mai fermati, tranne nel periodo della zona rossa: ci siamo sempre tenuti in forma, adesso con la zona gialla c’è un senso di maggiore libertà”. La lunga pausa dei campionati potrebbe andare ad influire sui settori giovanili? Una domanda alla quale lo stesso Sironi ha risposto con prontezza: “Sicuramente ai ragazzi questa situazione pesa, ho anche io dei figli e posso confermarlo direttamente. La speranza personale è che questo lungo stop non vada a toccare la crescita qualitativa dei più giovani. Credo che la mancanza delle relazioni tra compagni sia l’aspetto più difficile da aggirare: il nostro ruolo di allenatori dunque assumerà ancora maggiore importanza quando i tornei ripartiranno. Abbiamo sempre lavorato in settimana per arrivare a confrontarci la domenica con la squadra avversaria, non poterlo fare da così tanto tempo rende tutto più atipico”.
Sul futuro del calcio dilettantistico bergamasco e non solo, il parere del tecnico è carico di speranze: “Mi auguro che ad agosto-settembre si possa ripartire, soprattutto con ogni formazione del settore giovanile e le Prime squadre. La mia preoccupazione più grande è quella che in caso di rinuncia alla ripartenza da parte di qualche club, nascerebbe il rischio di avere diversi ragazzi a piedi: questo sarebbe il fattore negativo più complicato da superare. L’altro pensiero che mi balza alla mente è quello della possibile mancanza di motivazioni da parte di coloro che dopo un anno di pausa si rimetterebbero in pista: dobbiamo sperare che ciò non accada e che si ritrovi subito la spensieratezza presente prima dell’arrivo di questa pandemia”.
Da ex portiere, inevitabile anche una considerazione sui principali numeri uno in Europa e in Italia: “A livello europeo credo che Alisson sia il migliore, anche se in questa stagione ha vissuto qualche alto e basso di troppo: nel complesso però stilisticamente è bello da vedere, il mio preferito nel ruolo. In Italia invece dico Donnarumma: il Milan ha in casa un campione che può garantirti da solo almeno una decina di punti in classifica. Le grandi squadre non vengono mai costruite dall’attacco, ma dalla porta”. Da grande esperto, davvero impossibile dargli torto.

Norman Setti