Fabrizio Carcano

“Quando tornammo da Valencia, dopo avere giocato il ritorno degli ottavi di Champions, abbiamo avuto l’impressione di ritrovarci in un Paese dilaniato dalla guerra. Non dimenticherò mai il suono delle sirene a Bergamo”.
Oltre il campo, oltre il calcio, oltre l’Atalanta.
Gian Piero Gasperini si è confidato a cuore aperto in una lunga intervista al quotidiano britannico The Guardian, dove ha raccontato il suo lockdown, vissuto sempre a Bergamo nei giorni del picco pandemico.
“Bergamo è stata al centro di questo terribile coronavirus. Ha colpito profondamente la nostra città e causato così tante morti… Non dimenticherò mai le sirene che abbiamo sentito nel centro di Bergamo per il resto della mia vita. Tutto – ha spiegato il mister atalantino – accaduto così in fretta, in pochi giorni: non si sapeva più cosa poteva accadere. Ricordo che, quando arrivammo a Valencia, trovammo una città in festa, con la gente nelle strade, mentre a Bergamo si parlava già di situazione critica. In 48 ore siamo passati dall’euforia alla paura.”
La paura ora alle spalle e il calcio sta per ripartire.
E il tecnico torinese non ha dubbi sul fatto che la sua Dea avrà una spinta motivazionale unica: “Metterò l’aspetto emotivo a destra, davanti e al centro. Questi giocatori hanno un ottimo legame con Bergamo: la città e i tifosi. Parlerò emotivamente e il mio sentimento sarà questo: Bergamo ha sofferto molto, questo è il nostro momento per farli sorridere di nuovo”.