Mister abbiamo visto molta più concretezza nella ripresa, dopo una prima frazione a intermittenza. A cosa è dovuto?
“La squadra ha interpretato bene la sfida. Potevamo accelerare già nei primi 45′, ma non abbiamo corso nessun rischio. Nella ripresa siamo stati cinici nel chiudere la pratica.”

Un’ impressione su Reca?

“Non parlo mai dei singoli, sono stati bravi tutti.”

Unica nota stonata il campo: impressioni dalla panchina?

“E’ un problema comune a parecchi campi, soprattutto in questa fase dell’anno così calda.”

Rigoni può essere una chiave tattica interessante?

“Non ho notizie ufficiali di Rigoni. Non so se diventerà un calciatore dell’Atalanta.”

Cornelius pochi minuti, ma tanta grinta voglia di fare e il gol alla prima occasione buona…

“Sono molto contento per lui. E’ un ragazzo positivo e volenteroso. L’approccio che ha avuto stasera è un segnale importantissimo.”

Il coro dei tifosi sembrava quasi testimoniare che di allenatore più bravo per questa Atalanta c’è solo lei…

“I tifosi dimostrano sempre il loro affetto. Io li ringrazio perche si sono presentati in settemila qui a Reggio Emilia, il 16 agosto e risultato già acquisito. Il loro amore verso i colori nerazzurri è inestimabile”

Tanti cambi dietro e pochi davanti. C’è una motivazione particolare?

“Non dimentichiamo che in panchina c’era Barrow, ma avevo bisogno di dare minuti importanti a Zapata che sta crescendo di condizione. Dietro ha giocato Djimsiti e ha riposato Palomino. Sono semplici rotazioni.”

Un mese di partite ufficiali: ora arriva il Copenaghen, avversario di rango superiore, in mezzo alla gara con il Frosinone. E’ un momento delicatissimo…

“Dobbiamo pensare soprattutto alla gara con il Frosinone. Negli ultimi due anni siamo partiti con due sconfitte, ma speriamo di sfatare questo tabù. L’obbiettivo primario, quindi, deve essere la prima di campionato. Da martedì penseremo al Copenaghen, che sarà un avversario molto ostico. Ci giochiamo in una settimana una grossa fetta di stagione.”

La riconferma di Gollini ha un significato particolare a livello di gerarchie?

“No, abbiamo due portieri di livello in grado di giocarsi il posto. Partono alla pari e il mio obbiettivo è quello di non scontentare uno dei due, anche se il rischio è quello di scontentare entrambi (ride, ndr). Ormai con una stagione così fitta di impegni è quasi naturale ruotare i portieri. Francesco Rossi (il terzo, ndr) è un buonissimo portiere che meriterebbe spazio, ma purtroppo in questo ruolo ne va in campo uno.”

A livello di concentrazione è difficile mantenere alta la soglia con così tanti impegni ravvicinati?

“A livello di atteggiamento tutti i giocatori chiamati in causa hanno risposto in maniera positiva. Palcoscenici come l’Europa forniscono grandi motivazioni, per cui non c’è il rischio di incappare in bruschi cali di tensione.”

Pasalic, nonostante una prestazione sotto ritmo ha mostrato grandissima qualità. Quale è la sua collocazione tattica nell’undici?

“Pasalic ha doti tecniche importanti e con una miglior condizione potrà giocare nei due a centrocampo, ma in questa fase della stagione credo si possa esprimere al meglio in posizione più avanzata.”

Un pensiero per Genova…

“Mi hanno chiesto se fosse meglio giocare o fermare il campionato. Le genovesi non sono nelle condizioni psicologiche per giocare. Dal mio punto di vista mi limito a non giudicare nessuna decisione, perchè ognuno manifesta il dolore in maniera differente e chi gioca non è detto che si senta soffra meno di chi voglia fermarsi. Personalmente sono scosso, dopo aver vissuto la città di Genova per otto anni e averci lasciato parecchi affetti e amicizie. Una tragedia tremenda.”

Michael Di Chiaro