Zingonia“Per fortuna ne siamo usciti. Ma il 1° marzo 2020, a Lecce, quando vincemmo 7-2, alcune partite erano già state sospese. C’era il covid, anche se non avremmo mai immaginato quel che avremmo passato. Ma adesso allo stadio è tornata la gente e anche l’entusiasmo”. Gian Piero Gasperini vive l’infrasettimanale del Via del Mare sul filo dell’amarcord dolceamaro: “Non prendiamo l’avversario sottogamba, all’Inter penseremo domenica. La squadra di Baroni fa un bel calcio, ha una piazza entusiasta, ha pareggiato a Udine e ancor prima perso di misura nel finale con la Juve. Di sicuro, senza abusare della parola turnover, mercoledì sera vedrete alcuni giovani che fin qui hanno fatto poco minutaggio: devo dare alla società la chance di valutare i prodotti del vivaio in vista del futuro ricambio generazionale”, la premessa della vigilia dell’allenatore dell’Atalanta.

GASPERINI E PALOMINO. Palomino non è pronto per giocare, ma porto anche lui a Lecce. Siamo contenti, anche se dobbiamo aspettare ancora per rivederlo in campo. Una grande gioia per lui e anche per noi, dopo tutto quello che ha passato. Nei 24 porto anche Vorlicky, uno dei giovani interessanti del vivaio – continua l’uomo in panchina -. Non s’è mai potuto allenare con la squadra, ma solo per conto suo in palestra e sulla corsa senza poter vedere un campo di calcio. Non si disimpara a giocare, è come andare in bicicletta”.

GASPERINI E IL TURNOVER. “Domani è il momento di vedere un po’ di giocatori. Muriel e Zappacosta sono ancora fuori, Demiral è diffidato e ha problemi al ginocchio, come Boga una contusione: domenica c’è l’Inter, prevedo riposo anche per chi è comunque recuperabile”, rimarca Gasperini sulle scelte di formazione, pur senza entrare troppo nel dettaglio. “Zapata e Malinovskyi giocano di sicuro, magari Ruslan a partita in corso perché non ho ancora deciso e Lookman in attacco è l’ideale, mentre dietro e sugli esterni ci sono Okoli e Ruggeri, in fascia Zortea. Un modo per valorizzare tutti quanti”. Niente sguardo alla classifica: “La priorità è assecondare il processo di crescita, che abbiamo ribadito pur perdendo col Napoli. Se evoco il terzo o quarto posto, come fa la stampa, assecondo la narrazione secondo cui per noi sarebbe un dovere o un obiettivo tornare in Champions”, la chiosa del Gasp.