Forse è preferibile che Gian Piero Gasperini viri per una volta a quattro dietro dal fischio d’inizio. Non foss’altro per non rischiare altri guai coi giocatori di ruolo. Tra terapie per l’uno e lavoro differenziato per l’altro, Merih Demiral e Rafael Toloi non fanno un difensore sano per l’Atalanta, alle prese venerdì pomeriggio con la ripresa della preparazione a Zingonia con l’Udinese alle viste.

Nel match domenicale di campionato all’ora di pranzo è sconsigliabile rischiarli, anche se non paiono preda di infortuni gravi: il nazionale turco, rottosi a Manchester ancor prima di mettere a segno il provvisorio raddoppio in elevazione, soffre di una “semplice” elongazione al flessore della coscia destra, muscolo che si toccava continuamente mercoledì nella serata di Champions funestata solo dalla rimonta locale. L’italobrasiliano, invece, ha quasi completamente riassorbito la distrazione all’adduttore destro, ricaduta empolese del risentimento accusato alla vigilia del Milan prima della seconda sosta stagionale per le Nazionali.

Il fatto è che i mastini di professione in questo momento si riducono al jefe diffidato José Palomino, da preservare disciplinarmente ma anche come minutaggio con Samp (mercoledì prossimo), Lazio (sabato) e United (martedì 2 novembre) alle viste, al 2000 Matteo Lovato e al 2003 Giorgio Scalvini, che compirà la maggiore età soltanto l’11 dicembre. Tre di numero, quanti ne servono allo scopo del Gasp, che qualora impiegati simultaneamente richiederebbero non si sa quale Primavera come backup.

Con Marten de Roon riciclato a terzo di destra fin qui s’è tamponata la grave carenza di uomini, accentuata dalla permanenza ai box di Berat Djimsiti, ma in presenza di due esterni come Davide Zappacosta e Joakim Maehle, adatti all’arretramento a terzini per origine e impiego (vedi il secondo nella Danimarca) per una volta si potrebbe abiurare la fede del 3-4-1-2 o 3-4-2-1. Così il tulipano tornerebbe in mezzo con Remo Freuler e davanti si potrebbero giostrare le pedine offensive a piacimento. C’è una rifinitura di mezzo: staremo a vedere.