Sassuolo – Atalanta 2-1 (1-0)
SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli 6; Muldur 6, Chiriches 6,5, Ayhan 6,5, Kyriakopoulos 7 (33′ st Ferrari sv); Henrique 5,5 (1′ st Magnanelli 6,5), Lopez 7,5; Berardi 6 (26′ st Defrel 6), Raspadori 6,5, Traore 8 (26′ st Rogerio 6,5); Scamacca 6 (33′ st Tressoldi sv). A disp.: 30 Vitale, 56 Pegolo, 13 Peluso, 22 Toljan, 7 Oddei, 11 Ciervo, 15 Ceide. All.: Alessio Dionisi 7.
ATALANTA (3-4-1-2): Sportiello; Toloi (cap., 13′ st Palomino), Demiral, Scalvini; Hateboer (1′ st Zappacosta), Pasalic (32′ st Malinovskyi), Pessina, Pezzella; Miranchuk (1′ st Koopmeiners), Boga (13′ st Muriel); Zapata. A disp.: 1 Musso, 31 Rossi, 46 Cittadini, 3 Maehle, 20 Mihaila. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Sacchi di Macerata 7 (Peretti di Verona, M. Rossi di Biella; IV Colombo di Como. V.A.R. Fabbri di Ravenna, A.V.A.R. Meli di Parma).
RETI: 24′ pt e 16′ st Traore (S), 48′ st Muriel (A).
Note: pomeriggio soleggiato, spettatori 7 mila circa. Ammoniti Henrique e Muldur per gioco scorretto, Zappacosta per simulazione. Tiri totali 12-14, nello specchio 8-5, respinti/deviati 2-3, parati 6-4, legni 3-1. Var: 3. Corner 7-8, recupero 1′ e 3′.

Reggio nell’Emilia – Fuori dalla zona coppe e pure scavalcata dalla Fiorentina. Non resta che vincere l’Europa League per raddrizzare un’annata stortissima sul fronte interno. L’Atalanta prosegue nel suo calvario di un girone di ritorno da media salvezza, 13 in 12 match, e con l’ennesima prestazione non all’altezza della sua fama, a dispetto di un primo tempo aperto e all’assalto prima di beccarla, al cospetto di un Sassuolo vicino alla perfezione scivola all’ottavo posto. Hamed Traore scaraventa il vantaggio a fil di montante a metà primo tempo e appoggia in contropiede nel secondo, il dimezzamento dello score di Muriel a tempo pressoché scaduto non serve. Si fa davvero in salita, anche perché lo spirito sembra sotto i tacchetti, pur considerando l’alibi del turnover di ben otto undicesimi tra i due quarti di finale.
Al 2′ il colpo di reni di Sportiello evita guai da Lopez, il cui tiro secco viene alzato dal piede di Scalvini, al culmine di un rilancio di Kyriakopoulos corretto di tacco da Scamacca con Boga a perdersi il francese. Proprio l’ivoriano, imbeccato a cronometro raddoppiato da destra da Miranchuk, trova il fondo anziché concludere, fino a trovare Pezzella il cui sinistro fin troppo meditato sbatte addosso a Chiriches. Il 10, ripromosso allo start da tuttocampista dal Gasp, si gira bene su se stesso per corsetta verso fine campo e tiro-cross smanacciato da Consigli (8′), ex di turno come lui e il panchinaro Peluso, ma l’azione più ficcante è confezionata da Pessina e Zapata al destro dal limite di Pasalic deviato in punta di falangi sulla traversa superiore (12′). Una sfida da lasciare senza fiato, anche perché la fase difensiva è quella che è. Un’altra cinquina cronometrica e in asse con Raspadori, dopo la stoppata della difesa all’autore della prima conclusione, l’elefantino di Dionisi scarica il mancino, smorzato da Hateboer e intercettato di piede in controtempo dal residente urgnanese, al secondo salvataggio importante. La risposta, però, è immediata, con Zapata a puntare Muldur imbeccando il piattone destro aperto del russo alle stelle.
Scollinato il ventesimo la gioia del diagonale destro-palo-gol si spegne in gola a Berardi, in offside sulla sventagliata di Ayhan, ma non al fratello di Amad Diallo che stoppa di petto per il mancinone il traversone del greco, sulla ripartenza gestita dal nazionale calabrese dopo una punizione da sinistra dell’ex Lokomotiv. Si rischia di vedere immediatamente nerissimo, più che verde, perché al 26′ l’apripista, disturbato da Toloi fronte vertice sinistro, si vede negare il bis stile maledetta dal legno che aiuta l’estremo difensore. Lo fa anche la sbarra orizzontale sulla schiacciata di Chiriches (31′), che svetta accarezzato dal corner del suo terzino sinistro. Il gioco bergamasco da quinto a quinto non premia il croato, che stavolta (37′) opta per il sinistro sprecando malamente in curva l’appoggio al volo del napoletano arrivato da Parma.
La lemtezza di pensiero frega sia l’erede della domenica del Papu Gomez che un SuperMario murato ancora (42′), mentre la mano del turco di casa sull’incursione pezzelliana accompagnata dal brianzolo segue l’impatto col corpo in anticipo sul colombiano alle soglie del recupero. Dal 3-4-3 del finale di tempo con Jeremie e Lyosha sulle ali si rientra dal tunnel con Pasalic avanzato a sinistra e poi tra le linee, Koopmeiners in mediana e Zappacosta a sfrecciare. Intorno al 9′ succede di tutto, dalla doppietta non imbracciata su apertura del centravanti per l’opposizione del canterano tra i legni alla deviazione su Boga, trovato dal Toro di Cali. Si ricambia: dentro Lucho e Palomino per l’inversione difensiva sui lati. Ma è soltanto questione di giretti d’orologio, perché su una palla persa del Ronaldito, in seguito frustrato dal milanesone coi guanti sullo scarico dello slavo quando ormai si è sotto di due, è il francese a trovare l’eroe di giornata per il radente indisturbato della chiusura virtuale dei conti. Spunta sempre l’impreciso Pasalic là davanti, vedi crossetto pezzelliano sul settimo angolo. Lo rimpiazza Malinovskyi dopo due panchine di fila, ma è RoboKoop a servire al centrattacco, da fermo e a rientrare, un altro stacco oltre la meta a una decina dal novantesimo. Un altro paletto (esterno) scongiura il tris di Defrel sull’onda lunga del ripartente Rogerio in combutta con il terribile 8 lì a metà del guado. Il colpo di coda? Malina-Duvan-Lucho-Zappacosta per il destro altissimo al 43′, la telefonata ucraina al 1′ di extra time e il lancio sempre del numero 18 per l’imbucata dell’uno a due quando ormai è tardi. Per il campionato, arrivederci alla notte di Pasquetta contro il Verona. Per agguantare le semifinali della sorella minole delle competizioni Uefa, prima, bisogna battere il Lipsia di giovedì all’apericena, di riffa o di raffa. 
S.F.