La ministra della sanità della Comunitat Valenciana Ana Barcelò, che di dichiara “irresponsabile” a mezzo stampa un Gian Piero Gasperini “che non si sarebbe dovuto allontanare da una zona a rischio”? Il Valencia che strepita pestando i piedi per reclamare un’inchiesta dall’Uefa? All’Atalanta, dopo le scarne difese d’ufficio affidate ai virgolettati di lunedì su protocolli rispettati e assenza di sintomi da Coronavirus durante la trasferta di Champions League del 9-10 marzo scorso, all’indomani della bufera scoppiata circa le rivelazioni del suo tecnico, si tiene la barra diritta proseguendo con gli allenamenti in vista della ripresa casalinga col Sassuolo del 21 giugno (19.30) al Gewiss Stadium.

L’intervista apparsa stamani su L’Eco di Bergamo al presidente Antonio Percassi, all’insegna del refrain “io sto con Gasperini”, corrisponde a una levata di scudi effettiva. Ma non ufficiale, perché dal Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia, dove la squadra lavora (oggi, mercoledì 3 giugno, doppio), non è affiorato né comparirà mai un comunicato in risposta alle illazioni stile “panchina consapevolmente infetta” suggerite dalla nota stampa domenicale dei Pipistrelli. Non ancora confermata, nel frattempo, la partitella in famiglia da disputare al Gewiss Stadium nel weekend lungo alle porte: venerdì o sabato, roba da prove generali di ripresa con le regole del Protocollo Figc, ma non si sa nemmeno se potranno assistervi i canonici dieci giornalisti, tetto massimo di sicurezza previsto.

Il caso Gasp, con la società impegnata adesso in una sorta di quarantena mediatica intorno al mister, leggi niente interviste fino a nuovo ordine, ha ormai assunto contorni politici, vista la replica al mondo valenciano del deputato-tifoso bergamasco Daniele Belotti, che in un post su Facebook ha attaccato le logiche da lamento in malafede dei blanquinegros e delle autonomie locali: “Gasperini ha detto che si sentiva strano, ma non aveva la febbre, e gli sono saltati addosso. Di tutta la squadra e staff solo Sportiello è risultato positivo, mentre nel Valencia, già il 16 marzo, risultava contagiato ben il 35% del gruppo, quindi 9/10 tra giocatori e tecnici. Se è irresponsabile Gasperini perché aveva qualche strano sintomo, come si possono definire il ministro spagnolo della Sanità e le scandalizzate autorità valenciane che, pur essendo imminente il rischio di epidemia, hanno consentito che centinaia di tifosi locali si radunassero all’esterno dello stadio (con la partita a porte chiuse) e solo tre giorni prima hanno autorizzato le Fallas, la tradizionale festa cittadina, con decine di migliaia di persone accalcate?”.
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