“L’ambiente che sta intorno al Genoa ha ritrovato entusiasmo e senso di appartenenza. In uno stadio difficile, come San Siro dove dovremo andare due volte a fine mese, Firenze in Coppa Italia e quelli che ci toccheranno in Europa League, servono forza e personalità”. Firmato Gian Piero Gasperini, che alla vigilia della partita del cuore prova a fare le carte all’altra metà del suo cuore: “La salvezza non è in discussione, la classifica dice che non c’è tanta distanza per giocare anche per l’Europa. Ci stanno preparando la festa”, la sentenza del tecnico dell’Atalanta.

A Zingonia si cercano le ultime ricette per cucinare la quarta vittoria in trasferta in campionato: “Vabbè, era la coppa, ma col Milan abbiamo vinto a San Siro, mi pare… Certamente ci aspettiamo di alzare l’asticella anche fuori da Bergamo. Come deve alzarla De Ketelaere senza porsi dei limiti: oggi è sulla bocca di tutti, deve sempre aprirsi altri traguardi come tutti. Ha bisogno di tante conferme, per raggiungere uno standard affidabile non bastano poche partite”, aggiunge il Gasp.

L’allenatore nerazzurro deve fare i conti anche in casa propria: “Hien può tornare col Sassuolo, Ederson è squalificato. Koopmeiners ieri era influenzato e aspetto domani per scegliere. Muriel non c’è, ma c’è Touré. Porto tre ragazzi: Diao, Mendicino e Bonfanti”. Ovvero una novità e due conferme. Una parola sul colombiano in partenza per gli Orlando City nella Mls: “Dicono che non vinciamo niente, ma poi quelli come lui restano indelebilmente nella testa e nel cuore dei tifosi. Diventano quasi immortali”.

Gasp, a prescindere da uomini e schieramento, si aspetta una prestazione di carattere. “Una grande prova di maturità in uno stadio difficile. Siamo diversi dalla nostra prima qualificazione in Champions League. Il tratto comune è l’importanza della fase realizzativa e la voglia di offrire uno spettacolo godibile, come i cantanti – commenta, strizzando l’occhio a Eros Ramoazzotti e al suo ‘quando vedo l’Atalanta mi fa godere’ -.  Il Genoa di Gilardino fa giocare male, è difficile da superare ed è molto pericoloso sulle ripartenze e nelle palle inattive. Ha innalzato il tasso tecnico e sta facendo grandi risultati”.

Già, ma la Dea sempre attesa allo step ulteriore? “Noi siamo cresciuti sul piano del gioco, della fiducia, dell’autostima, della realizzazione, come squadra che sa tenere bene il campo e come individualità: De Ketelaere, Miranchuk, Holm, Ruggeri, Scalvini, Carnesecchi – rimarca il mister -. Vedo una rosa in un buon momento di fiducia, anche in quelli che giocano meno. Touré deve aspettare la sua occasione. E manca ancora Lookman, determinante per la Nigeria, quando le partite sono diventate decisive lo è stato anche lui, agli ottavi e ai quarti. Lo vedo favorito in finale sulla Costa d’Avorio”.

C’è un altro record da agguantare a titolo di cifra tonda: “Meno 3 gol ai 700 da quando sono l’Atalanta? Interpreto il calcio in questo modo, conto molto sulla capacità realizzativa che fa vincere e fa classifica. Abbiamo più giocatori in grado di fare l’ultimo passaggio ed essere decisivi”. Infine, sull’allargamento della rosa dei titolari: “A Bakker per diventare un titolare aggiunto servono le prestazioni. Al valore di mercato io non ho mai badato. Altrimenti Carnesecchi e Ruggeri non avrebbero mai giocato”.