Zingonia“I testacoda di questi tempi fanno perdere punti a tutti. Abbiamo ancora il ricordo della scottatura col Verona, dove sul due a zero sembravamo messi bene e invece ci siamo fatti raggiungere”. Il monito di Gian Piero Gasperini tiene sul chi vive la sua Atalanta alla vigilia dell’incrocio pericolosissimo con l’Empoli tra le strade della rincorsa alla qualificazione Champions e della salvezza: “Stimo molto Davide Nicola, di cui ricordo con affetto e simpatia la biciclettata da Crotone a Torino nel 2917 a cui presi parte da Arenzano per celebrare la clamorosa salvezza del Crotone. Ha fatto bene anche a Salerno, ha una squadra organizzata e difficile da battere: serve un’ottima prestazione, non possiamo permetterci di perdere altri punti se vogliamo riavvicinare le squadre davanti”.

“Dobbiamo prendere slancio dalla qualificazione alle semifinali di Europa League e alla finale di Coppa Italia. Le partite adesso sono molto più ravvicinate. Rischiamo di giocare 4 partite in 9 giorni nel finale di stagione, contro Roma e Juventus. Preferirei non perdere altri giocatori dopo Toloi e Holm: lo svedese necessita di più tempo per recuperare, il soleo del polpaccio è delicato”, prosegue il tecnico nerazzurro in tema di infortuni. “Le sensazioni su Scalvini e Kolasinac, invece, sono positive: Giorgio s’è già allenato ieri, Sead prova oggi”, rimarca.

Sul braccetto bosniaco, l’elogio al direttore sportivo: “Un gran colpo di D’Amico, uno svincolato dal Marsiglia che s’è inserito subito, incarna i nostri valori e ha sempre garantito un livello molto alto con continuità. La dimostrazione vivente che non sempre i giocatori più decisivi sono quelli costati di più”.

Dalla difesa all’attacco, circa la battuta dell’amministratore delegato Luca Percassi a margine della semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Fiorentina, sulla conferma della casa bergamasca consigliata a De Ketelaere, il Gasp tiene i piedi per terra: “Ha margini di miglioramento sicuramente. Ora abbiamo obiettivi da raggiungere. Confermato? Quando sarà il momento, parleremo del resto”.

Nella retroguardia s’è aperto un piccolo buco all’infuori della rotazione: Palomino sono settimane che non fa più parte della rosa e non si allena, è stato un peccato perché avrebbe avuto la possibilità di essere ancora utile. Va in scadenza a giugno. Bonfanti? S’è allenato e ha giocato con la serie C, non è così attendibile come allenarsi e far parte della prima squadra”. Sui singoli e su chi sia il migliore da perno centrale, il mister ha le idee chiare: “Sia Djimsiti che Hien sono stati bravissimi, Berat è più duttile perché è tanti anni che è qua e può giocare tutti e tre i ruoli della difesa, mentre Isak ha sempre giocato centrale e averlo fatto giocare lì ha favorito il suo inserimento. Ma non escludo che possa spostarsi sul lato”.

Tornano all’attacco, il Gasp si prende volentieri il fresco del ventaglio più ampio di scelte mai avuto a disposizione dall’estate del 2016 a oggi: “Non è stato solo Lookman con la Fiorentina a riaccendere la luce. A Monza l’aveva fatto Touré, a Liverpool Scamacca, De Ketelaere è un altro che dà contributo alla fase offensiva. La differenza la facciamo lì, quindi è fondamentale che chiunque giochi sappia offrire il suo contributo”.

La stanchezza, a mezza via tra il ticket per la finale del trofeo della coccarda e la semifinale continentale d’andata a Marsiglia, viene strappata dal vocabolario alla voce alibi: “Le energie da recuperare sono più nervose che fisiche, ma l’entusiasmo della gente ci fa recuperare più in fretta. I tifosi capiscono bene che l’impegno non è mai mancato, nemmeno quando non è arrivato il risultato – spiega l’allenatore grugliaschese -. Abbiamo giocato tantissime partite, non siamo i soli ad aver perso punti per strada. Il campionato è equilibrato e competitivo. A volte abbiamo espresso un gioco migliorabile, magari non abbiamo trovato grande continuità, ma ultimamente siamo stati bravi anche a livello tecnico”.

Il finale è tutta una stoccata al brindisino Marco Di Bello, reo di aver fatto saltare al mister i due penultimi atti della coppa nazionale, per quelle proteste il 10 gennaio scorso sullo scontro fra Gabbia e De Roon da rigore reclamato. “M’è dispiaciuto stare in tribuna nelle semifinali di Coppa Italia per un episodio con due traumi cranici. Devo dire, però, che l’arbitro col Milan ai quarti, dopo i disastri anche in campionato (in Lazio-Milan, ndr), adesso arbitra spesso in serie B. Un po’ di giustizia c’è stata”.