Nicolas Haas e Fabio Eguelfi sono due tra gli esuberi nell’organico dell’Atalanta già partiti per un nuovo giro in parcheggio, nella fattispecie cadetto. Ma il terzino sinistro del ’95 reduce da due annate fra Cesena (piena), Verona e Livorno (a metà) e il centrocampista svizzero del ’96 ex Palermo, l’unico dei due appena ceduti in prestito al Frosinone ad aver accumulato presenze in prima squadra con Gian Piero Gasperini (11, di cui 2 in Coppa Italia, nella stagione 2017-2018), non facevano certo parte della rosa dei papabili che ha iniziato a lavorare in gruppo dallo scorso 12 luglio.

Sistemati i due presso la neo retrocessa che dalla finestra invernale aveva avuto in regalo per un semestre Luca Valzania, sul piede di partenza al pari di Arkadiusz Reca e Roger Ibañez (più eventualmente Musa Barrow in avanti), la priorità in ingresso del tecnico nerazzurro sembra riguardare più la fase difensiva che quella offensiva. In primis i laterali, che senza il polacco necessiteranno di un quarto dopo Hans Hateboer, l’infortunato Timothy Castagne e Robin Gosens, ma anche il terzetto centrale a protezione dell’area di rigore.

Gli operatori di mercato di Zingonia, leggi l’amministratore delegato Luca Percassi e il responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori, non sono certo fermi al nome di Youssouf Sabaly, nazionale senegalese (’93) del Bordeaux con passaporto francese. Un destro di piede che costa circa 9 milioni. Il cavallo di ritorno in quota rumors è invece un mancino, il pupillo del Gasp dai tempi del Genoa, il coetaneo uruguaiano Diego Laxalt: il Milan non lo concederà mai in prestito secco, da Bergamo non sono disposti a fare follie.

L’alternativa sul fronte interno è un ex a tutti gli effetti, perché Cristiano Biraghi dagli 8 agli 11 anni giocò nel settore giovanile atalantino dopo aver dato i primi calci a Carugate. Un ’92 tutto sinistro, di corsia e di estremità preferita, con il plus della bravura nei calci da fermo, caratteristica gradita a Gasperini che lamenta da anni la scarsa pericolosità dei suoi nella specialità.

Come baluardo, infine, s’è appena liberato Gabriel Paletta, che sarebbe un cavallo di ritorno vista la militanza nerazzurra nel 2015-2016 (24 partite e gol nel 2-2 a Palermo semi-decisivo per la salvezza a meno 4 dalla fine): l’oriundo argentino classe ’86 ha rescisso il contratto che dal febbraio 2018 lo legava ai cinesi dello Jiangsu Suning. Un innesto a parametro zero ideale, a ruota di Martin Skrtel, numeri alla mano. Se infatti venissero ceduti, come verosimile, Roger Ibañez e Marco Varnier, il Gasp avrebbe bisogno di un sesto di reparto per coprire le spalle a Rafael Toloi, José Palomino, Andrea Masiello, Berat Djimsiti e allo stesso neo arrivo slovacco. 

S.F.