Vietato rilassarsi e sedersi sugli allori.
Gian Piero Gasperini a cinque giornate dalla fine ricorda che l’Atalanta ha ancora non ha messo al sicuro neppure l’Europa, quella secondaria delle due competizioni minori.

“La squadra sta dimostrando di avere testa e condizione per raggiungere i traguardi stagionali. Intanto ci mancano due punti per tornare aritmeticamente in Europa ed è già un risultato importante. Per la Champions League non so quanti punti ci manchino, però gli altri devono sperare che noi sbagliamo”, ha ricordato il Gasp dopo il travolgente successo sul Bologna che ha proiettato i nerazzurri al secondo posto momentaneo con 68 punti.

Con un vantaggio di due punti sulla Juventus e almeno altrettanti sul Napoli impegnato nel posticipo del lunedì.
“Il destino è nelle nostre mani, sarà difficile ma siamo in corsa e ci proviamo. La volata per la qualificazione alla Champions ci vede un pelino davanti alle altre, che se noi non sbagliamo non ci prendono. Non sappiamo quanti ne servano alla Champions perché mancano 5 giornate con tanti scontri diretti: meglio guardare avanti e puntare al secondo posto”, ha garantito Gasp.

Incassando con un sorriso il successo sul Bologna.
“Tre punti importantissimi che ci danno fiducia e slancio, nonostante una partenza con troppa frenesia, sostenuti dalla condizione che ci sostiene, ma a discapito della tecnica e della lucidità – riflette il tecnico nerazzurro -. Ci sono stati molti errori: appena riacquistata un po’ di sicurezza, la gara è andata via bene. La squadra sta dimostrando di avere testa e condizione per raggiungere i traguardi stagionali. Sappiamo che in Italia ogni partita ha la sua storia. Il Bologna ha messo in difficoltà tante squadre e l’avevamo già visto giocare con la difesa a tre. L’Atalanta, aldilà della superiorità numerica, sta molto bene e sul campo si è visto. Inizialmente abbiamo avuto frenesia, siamo andati fuori giri e abbiamo sbagliato molto tecnicamente, anche nei passaggi decisivi. Poi abbiamo ritrovato lucidità e tutto è andato molto meglio”.

Fabrizio Carcano