Lecce – Atalanta 2-1 (2-1)
LECCE (4-3-3): Falcone 6; Gendrey 6,5 (38′ st Umtiti sv), Pongracic 6, Baschirotto 7,5, Gallo 6,5; Blin 6,5 (27′ st Bistrovic 6), Hjulmand (cap.), Gonzalez; Strefezza 7 (19′ st Oudin 6), Colombo 6,5 (27′ st Ceesay 6), Di Francesco 6,5 (18′ st Banda 6,5). A disp.: 1 Bleve, 21 Brancolini, 4 Cetin, 13 Tuia, 97 Pezzella, 7 Askildsen, 14 Helgason, 19 Listkowski, 99 Rodriguez, 31 Voelkerling. All.: Marco Baroni 7.
ATALANTA (3-4-2-1): Sportiello; Djimsiti, Okoli, Ruggeri; Soppy (1′ st Maehle), De Roon (cap., 1′ st Koopmeiners), Ederson, Zortea (30′ st Boga); Malinovskyi (35′ st Hojlund), Pasalic (24′ st Lookman); Zapata. A disp.: 1 Musso, 31 Rossi, 2 Toloi, 6 Palomino, 28 Demiral, 42 Scalvini, 33 Hateboer, 23 Vorlicky. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Aureliano di Bologna 7 (Pagliardini e Scatragli di Arezzo, IV Paterna di Teramo. V.A.R. Nasca di Bari, A.V.A.R. Longo di Paola).
RETI: 28′ pt Baschirotto (L), 30′ pt Di Francesco (L), 40′ pt Zapata (A).
Note: mezza sera tiepida e uggiosa, spettatori 23.797 per un incasso di 389.545,94 euro. Ammoniti Pongracic, Ruggeri e Koopmeiners per gioco scorretto. Tiri totali 15-12, nello specchio 3-4, parati 1-3, respinti/deviati 6-6. Corner 4-3, recupero 2′ e 5′.

Lecce – Il turnover appesantisce le gambe e annebbia le idee, specie se rispetto all’1-2 casalingo col Napoli cambiano nove degli undici di partenza. E la confusionaria Atalanta riesce nell’impresa di regalare al Lecce, finora da bottino pieno soltanto a Salerno, la prima vittoria davanti al pubblico amico. Una partita storta fin dalle scelte di Gasperini, all’insegna della gioventù preferita all’esperienza e alla conseguente solidità, che si dipana in tre istanti: l’incornata di Baschirotto sulla seconda situazione inattiva contro, la fuga subitanea per il raddoppio by Di Francesco sul borseggio a Okoli e l’illusione di averla riaperta di Zapata che si schioda dallo zero in classifica marcatori grazie a Malinovskyi. La rissa finale scatenata dalle provocazioni di Gonzalez coinvolge pure Maehle e il Toro di Cali, ma tant’è: aggancio al Milan al secondo posto fallito e terzo ko (con la Lazio il primo) nelle ultime 5 gare, un andazzo un po’ preoccupante pur se la graduatoria è ancora da Europa. Caduta, insieme al resto, l’imbattibilità in trasferta, dove finora i nerazzurri avevano lasciato punti nel 2-2 di Udine prevalendo nelle altre cinque occasioni.
Lanciato lungo l’asse dei contropiedisti sulla trequarti, col croato a spondare il rinvio di Djimsiti, il cafatero solo soletto là davanti, finalmente dal kick off a dieci partite di distanza dal crac col Torino, si vede strozzare il sinistro da Pongracic nella primissima occasione del match alla quinta lancetta. Loffia la risposta a giro di Strefezza sullo slancio del duello vinto da Colombo col perno classe 2001, vagamente spaesato allo start (7′) come all’esordio in casa della Samp per non far rischiare a Demiral il cartellino da squalifica in vista dell’Inter. Scollinato il quarto d’ora, Strefezza triangola con Gendrey innescando a rimorchio il dritto per dritto a pelo d’erba del prestito milanista, decisamente la chance migliore delle tre. Okoli al ventesimo si gira sul ginocchio sinistro cadendo male da solo, ma si rialza da robocop; due corsette cronometriche e solo una scivolata miracolosa di Hjulmand può evitare il vantaggio di Pasalic, smarcato dal filtrante dell’ucraino, non sempre preciso e a sua volta favorito dal secondo anticipo di Ruggeri sull’oriundo brasiliano dei salentini. Blin avanza e taglia per spaventare tutti, salvo sbucciata clamorosa, sul la dal fondo della punta larga a sinistra (27′), cui poi Soppy toglie la sfera dai piedi arrivata lì grazie ancora all’iperattiva ala destra e all’allungo della sua mezzala.
Manca un amen alla doppia follia, quando sull’angolo a due col futuro raddoppiatore nuovamente Strefezza crossa da destra per il gioco delle torri spondato da Gonzalez e l’italo-nigeriano, pressato dall’ariete della Brianza, spalanca il corridoio al figlio d’arte che fa secco rientrando sul destro il numero 57 in uscita. Non bastano i conati murati da fuori di Ederson, ovvero niente filtro, e del braccetto zognese fermato dall’onnipresente Blin. Allora il colombiano squarcia la difesa nemica di potenza regolando l’ultimo baluardo col tocco basso e il suo assistman telefona a Falcone dai venti metri il possibile pari appoggiato da destra. Per poco a una manita dalla pausa il portiere e il centrale destro dei bergamaschi non la combinano grossa: spezzare il gioco tra le due ali di casa tocca al jolly vatreno in caduta, uno dei quattro pronti alla partenza da Zingonia per il Qatar.
La ripresa inizia col forcing giallorosso (Strefezza parato da Sporty, ma c’è Colombo in fuorigioco), spezzato all’11’ da Malina, dalla new entry crossante Koopmeiners (defilato costantemente a destra) e dalla spizzata di Duvan per l’ingrato Zortea che la mette nel vuoto pneumatico per una sterzata in eccesso. Caleb, sbucato in terzo tempo sul corner da mancina del trequartista dalla patria invasa, scalda i guantoni altrui senza indovinare il 13 ma innescando la pressione atalantina, interrotta dal dai e vai ottenuto da Gallo dall’autore del bis per il tiraggir’ alto. Baroni ha buon gioco nello sbarrare le linee di passaggio, Gonzalez però (25′) non sa punire il disimpegnaccio malinovskyiano e RoboKoop ciabatta addosso al centrale sinistro l’apertura zapatesca (27′). C’è confusione a secchi. Il Colonnello s’accentra per aggirare Bistrovic aprendo il piattone dal limite (29′) al culmine di un possesso stucchevole, Ruggeri rimedia un giallo per poi azzardare il retropassaggio al suo guantipede che rischia sulla carambola di Ceesay e incredibilmente il tuttosinistro dei Paesi Bassi spreca l’esterno lungo del laterale di Canal San Bovo alzando la mira su Falcone venutogli incontro. Si chiude virando al 4-2-3-1 con Boga altissimo a destra. Bistrovic tira addosso a Ceesay (41′), Oudin fa lo stesso col valbrembanino sul passsaggio da lato a lato del suo terzino sinistro. Facile affermarlo col senno di poi, ma le novità a raffica alla fine aprono crepe negli equilibri consolidati. Caccia a quota 30 contro la Beneamata domenica a pranzo, dunque.
Simone Fornoni