“Mi sa che è prematuro dare un giudizio sulla nuova situazione della proprietà, ce lo diranno le settimane e i mesi a venire. Ma quando me l’hanno annunciata Antonio e Luca Percassi è stata una grande emozione”. Gian Piero Gasperini sembra sposare senza riserve il subentro al comando dell’Atalanta, con la maggioranza relativa in mano alla cordata di Stephen Pagliuca accompagnata però al controllo dell’azionariato (47,3%, pari al 55% di Dea srl, ovvero il comando effettivo con l’86% delle quote, coi Percassi al 37,8%): “Ho pensato che dobbiamo aver fatto davvero qualcosa di grande e importante per attirare l’interesse dei grandi gruppi americani”, le parole del mister alla vigilia del ritorno di Europa League sul campo dell’Olympiacos.

Quella dell’allenatore nerazzurro, che da tesserato comunque non potrà mai avere quote societarie finché farà parte del corpo tecnico a dispetto di certe indiscrezioni di stampa, è parsa un’uscita in sintonia con la linea dell’ex proprietà a maggioranza assoluta, quella della famiglia di imprenditori originaria di Clusone, dopo le riserve espresse dalla politica locale col deputato Daniele Belotti a rilevare come “il fondo Bain Capital, amministrato dallo stesso Pagliuca, detenga la proprietà della multinazionale bavarese Wintur che nel marzo 2020, in piena pandemia, non si fece scrupoli a lasciare per strada 200 lavoratori della Sematic di Osio Sotto per trasferirne la produzione in Ungheria”.

“Sposo le parole del presidente, che mi ha riferito quanto le prospettive siano di crescita ulteriore della società e della squadra, per un’Atalanta sempre più forte e vincente. Se è finita un’era, ne inizia un’altra”, ha sottolineato Gasperini, sollecitato da una domanda a tema dalla platea di giornalisti allo stadio Karaiskakis la sera prima del secondo appuntamento clou della stagione dopo il mancato passaggio del turno ai gironi di Champions League. L’Europa ti dà tanto in termini di esperienza e crescita, ti fa misurare con le squadre leader degli altri Paesi. Non ti toglie in energie più di quanto sia in grado di darti: sono competizioni di cui non farei mai a meno”, il Gasp-pensiero. Tradotto in parole povere: meglio fare l’americano, se vuoi continuare a fare soldi facendo calcio nel Vecchio Continente. Già, ma le risorse per un centravanti svincolato? “Un’eventualità nemmeno presa in considerazione. A parte il profilo giusto, Zapata s’è fatto male a mercato invernale chiuso”. Dopo l’ingresso in pompa magna del private equity nel mondo Dea, insomma, gli investimenti possono attendere. 
S.F.