“Il mister quando facciamo le videochiamate di squadra ci ripete: ragioniamo come se dovessimo tornare a giocare tra un mese”. Marco Zaffaroni propone, il capitano Fabio Gavazzi dispone. L’uomo con la fascia al braccio al centro della difesa dell’AlbinoLeffe, nell’intervista in diretta su Instagram col giornalista Fabio Manara per l’ufficio stampa dello sponsor tecnico Acerbis Sport, ha provato a decifrare il lockdown e la possibile via d’uscita: “Non sappiamo se e quando dovremo riprendere l’attività, ma penso sempre come se dovessi ricominciare domani. L’idea è farsi trovare pronti. Un giorno si hanno sensazioni rassicuranti, quello dopo il contrario. La nostra stagione stava andando molto bene, siamo in piena zona playoff nel girone A di serie C”.

Un Gavazzi tutto casa (a Lallio) e famiglia: “La mia compagna sta aspettando la secondogenita, che si chiamerà Sveva. Non mi sto annoiando, ho un bambino piccolo di tre anni, Ludovico, che mi fa giocare, e quando non gioco con lui mi alleno da solo: si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel, anche se ci si interroga sul futuro e non certo solo del calcio. Figuriamoci in serie C: quando cominciai io dieci anni fa nella categoria c’erano 120 squadre, adesso la metà…”. A proposito di futuro, la chicca: “I miei genitori hanno una pescheria a Bergamo, il mio sogno è aprirmi un’enoteca piccolina magari dove servire piatti di pesce. Sono sommelier abilitato dall’anno scorso, ho sostenuto tutti e tre i livelli di abilitazione. I compagni di squadra e gli amici che invito da me a mangiare sono sempre rimasti soddisfatti…”.

Durante la quarantena da Coronavirus ci si organizza come si può: “Il mister fa chiamate individuali e di squadra, poi ci sono gli allenamenti via skype col preparatore atletico un’ora e mezza due-tre volte a settimana e un programma personale soprattutto sulla corsa – le parole di Gavazzi -. Ho saputo che Lucio Seghezzi, che vedo spesso al centro sportivo perché lavora sui giovani, è guarito: mi fa molto piacere, con lui ho un bel rapporto, è un addetto ai lavori molto simpatico”.

La chiacchierata col classe ’88 cresciuto nel settore giovanile bluceleste tocca argomenti più leggeri: “Fuori dal campo il compagno più forte è indubbiamente Achille Coser, con cui ho condiviso un sacco di dopopartita all’Olympus. In campo Pablo Gonzalez che è un nome scontato, Simone Corazza, anche lui con me al Novara e adesso bomber della Reggina, e Alessandro Sbaffo che ha qualità stratosferiche e tra l’altro ballava benissimo nello spogliatoio con Romizi: roba da ‘Pineta’ a Milano Marittima”.

In casa AlbinoLeffe, infine, qualche giudizio sul presente e su quello che verrà, ovvero il gioiellino che sta sorgendo proprio presso la sede: “Canestrelli, Bertani, Savini, Abagnale mi sembrano sulla strada giusta. Mi piace infondere nei più giovani la voglia di impegnarsi a fondo in allenamento. Nello spogliatoio bisogna stare sempre all’erta con Francesco Gelli e i suoi scherzi, è un po’ esaurito ma divertente – chiude il difensore -. A prescindere dallo stadio a Zanica in sé che mi immagino già bellissimo, un impianto di proprietà, che è una cosa pazzesca per una società di serie C, rafforza il legame e la voglia di restare a giocare qui. Col presidente Gianfranco Andreoletti ho un rapporto molto personale e dialettico quando si tratta di andare a chiedergli i premi e un buon rapporto in generale”.