Alessandria – AlbinoLeffe 2-1 (1-0)
ALESSANDRIA (3-5-2): Pisseri 6; Prestia 6,5, Di Gennaro 6,5, Sini 6,5; Parodi 6,5, Chiarello 6 (32′ st Casarini 6), Gazzi 6 (32′ st Bruccini 6), Di Quinzio 7, Celia 7 (42′ st Stanco sv); Arrighini 5,5 (32′ st Corazza 6), Eusepi 6. A disp.: 1 Crisanto, 22 Crosta (p), 5 Cosenza, 23 Macchioni, 28 Giorno, 29 Poppa, 31 Bellodi, 33 Rubin. All.: Moreno Longo 6.
ALBINOLEFFE (3-5-1-1): Savini 6; Borghini 4, Canestrelli 6,5, Riva 6; Tomaselli 5,5 (41′ pt Cerini 6), Nichetti 6,5, Genevier 6,5 (30′ st Petrungaro 6), Piccoli 7, Gelli 6; Giorgione 7,5; Cori 6 (30′ st Ravasio 6,5). A disp.: 24 Paganessi, 31 Caruso (p), 3 Berbenni, 8 Trovato, 10 Gabbianelli, 13 Mondonico, 29 Ghezzi, 32 Maritato. All.: Marco Zaffaroni 6,5.
Arbitro: Perri di Roma-1 6 (D’Ascanio e Minafra di Roma 2; IV Negrelli di Finale Emilia).
RETI: 9′ pt Di Quinzio (Ale), 31′ st Giorgione (Alb), 48′ st Di Gennaro (Ale).
Note: espulso Borghini al 29′ pt per somma di ammonizioni (simulazione). Ammonito Borghini per gioco scorretto. Tiri totali 14-7, nello specchio 7-3, respinti 1-0, parati 5-2, legni 1-0. Corner 4-6, recupero 1′ e 5′.

Alessandria – Di Gennaro incorna l’ultimo corner (di Sini) firmando la beffa immeritata per un Carmine Giorgione e un AlbinoLeffe epici, sempre in zona playoff a quota 39 a dispetto delle magre recenti in termini di risultati. Il gol della domenica preso a freddo e l’uomo in meno dalla mezzora non hanno il potere di scoraggiare il trascinatore bluceleste, che ad Alessandria ha provato a raddrizzarla dopo il trittico da occhiali Grosseto-Pistoiese-Lucchese. Firmatario insieme al grande assente di turno dell’ultimo successo, il 17 febbraio nella tana del Renate secondo, già decisivo in precedenza con le Pantere, la Pro Patria e la Lucchese, il leader dello spogliatoio rimpiange l’occasione perduta nel recupero pronto a rituffarsi nel calendario, che adesso propone un altro tris con la trasferta di mercoledì 17 marzo dal Como capolista tra le due domeniche casalinghe contro i Tigrotti e il Novara.
Passati i due minuti il trequartitsta-punta aggiunta per la defezione-bis di Manconi ci prova dalla distanza grazie a un recupero di Nichetti senza sorprendere Pisseri a dispetto del rimbalzo malandrino. Inizio illusorio, perché l’Orso spezza le catene in corsia partendo da destra e finendo dall’altra parte, fino a metterla. Al 7′ Arrighini non può imprimere forza al tracciante suggeritogli da Chiarello finendo per passarla lemme lemme a Savini, però un paio di corsette cronometriche più tardi Di Quinzio converge da mancina per scoccare la botta dai 25 metri che s’insacca verso il palo lontano aiutato dalla faccia inferiore del montante. La reazione c’è, l’attenzione agli episodi e alle situazioni molto meno. Si cerca la fronte di Cori, doppiettista all’andata l’11 novembre e costretto di lì a non molto a un lavoro improbo che però battezza solo i tabelloni ai lati della porta, all’11’ sulla punizione crossata da destra di Genevier e quindi nell’ascensore chiamato dal cross a rientrare di Giorgione dal centrosinistra al quarto d’ora sugli sviluppi del primo angolo. Mira errata di parecchio a destra del baluardo di casa e di un soffio a sinistra. Al ventesimo il battistrada grigio calcia sbilanciato all’indietro il piazzato conquistato in proprio causando il giallo a Borghini, che none sinfonie dopo fa di tutto per beccarsi il secondo per la caduta in area non provocata da Celia né da Eusepi sul filtrante del capitano.
La sfida è improba, barricadera no. A un poker dalla pausa Parodi s’accentra imboccando di seconda il portiere seriano al culmine del batti e ribatti dopo la solita percussione a mancina. Se la prima, infaustissima frazione si conclude con l’anticipo da urlo di Prestia sul sannita, servito fianco alla porta dal calcio franco a pelo d’erba del play francese, la seconda, col già subentrato Cerini sulla linea dei difensori, inizia con un cross di Giorgione su un errore di controllo di Sini (3′) deviato in corner da Parodi e la girata di tempia del ramingo centravanti viterbese (5′) sempre imbeccato dal compagno con la fascia al braccio. Si rischia il raddoppio, ma l’asse Eusepi-Arrighini con smarcante di tacco sul lancio di Celia trova il diagonale mancino della spalla d’attacco troppo schiacciato.
C’è il botta e risposta fra Cori e il futuro match winner (12′ e 15′), leggi altra loffia in gioco aereo che se non altro va nello specchio su palla di Genevier e girata di sinistro al limite dopo il ping-pong da angolo rimesso dentro di testa da Chiarello, lo stesso che al 21′ viene stoppato da Gelli nell’inserimento dettato dall’ariete di Longo. L’imbucata giusta sul rilancio di Nichetti è un lavorìo carsico tra lo svettante Ravasio, cambio di un contrariato centrattacco, e la zampata di Piccoli per il sinistro secco dell’eroe mancato della decima di ritorno. Corazza centra l’incrocio esterno (33′) su scarico di Eusepi, né Parodi (cross di Celia, 36′, e di Sini, 43′) né Canestrelli (42′) su tiro dalla bandierina del beneventano inquadrano il rettangolo magico. Il laterale destro altrui si fionda sull’ultimo pallone in uscita nei pressi del novantesimo: mirino storto, dritto invece per lo stacco di Stanco e per la botta dal limite di Eusepi che Savini alza sopra la traversa. Miracolo che ahilui non si ripete subito dopo.