Lecce – Atalanta 2-1 (1-0)
LECCE (4-3-3): Samooja 7; Lemmens 7, Pascalau 6,5, Hasic 6,5, Nizet 7,5 (30′ st Mommo sv); Daka 6,5, Vulturar (cap.) 6,5, Johansson 6 (39′ st Berisha sv); Salomaa 5,5 (35′ st Trezza sv), Carrozzo 6 (29′ st Burnete sv), Scialanga 6. A disp.: Dima, Russo, Haakmat, Been, Dreier, Macri, Gallorini, Oltremarini. All.: Vito Grieco 6,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Dajcar 6; Del Lungo 5,5 (35′ st Fisic sv), Panada (cap.) 5,5, Ceresoli 6; Renault 7, Chiwisa 5,5 (1′ st Giovane 7), Zuccon 6 (30′ st Omar sv), Bernasconi 5,5 (1′ st Oliveri 7); Sidibe 5: De Nipoti 6,5, Cisse 5. A disp.: Sassi, Hecko. All.: Massimo Brambilla 5,5.
Arbitro: Gigliotti di Cosenza 6 (Cravotta di Città di Castello, Lencioni di Lucca).
RETI: 41′ pt rig. Nizet (L), 8′ st Hasic (L), 22′ st Giovane (A).
Note: ammoniti Chiwisa, Del Lungo, Johansson e Pascalau per gioco scorretto. Tiri totali 9-14, nello specchio 6-6, respinti/deviati 0-6, parati 4-5. Corner 1-7, recupero 0′ e 3′.

Lecce – Come evitare al Lecce di farsi risucchiare dai playout frenando al contempo la propria corsa ai playoff. Sotto di rigore e affossata da situazione inattiva a cavallo dei due tempi, la Primavera dell’Atalanta menomata nell’organico (Under 18 impegnati) al “Via del Mare” conosce un risveglio tardivo arrampicandosi su un cabezazo di Giovane (terzo tempo ad altezze impossibili appena dentro l’area) ma si ferma lì, incappando in un ko a sorpresaccia nella quinta giornata di ritorno. La non stop prosegue mercoledì 9 a mezzogiorno, la vigilia di Europa League per i grandi, ospitando il Napoli, al “Tre Fontane” di Roma contro i giallorossi domenica 13 a pranzo e il sabato successivo con la Fiorentina a Zingonia alle tre del pomeriggio.
Scampato il pericolo all’ottavo, quando Johansson lancia Carrozzo, Bernasconi respinge corto in gioco aereo il pallone a rientrare di Scialanga e a Del Lungo, colui che combinerà il patatrac, tocca spazzare la minaccia di Daka, ecco il botta e risposta mancino tra De Nipoti e quest’ultimo: minuti 11 e 12, Sidibe e Lemmens (dalle retrovie) i suggeritori, la mezzala di casa è più presso il limite ma è sempre dritto per dritto. Da registrare come primo tiro nello specchio, anche se fa sorridere, il colpo di testa, premonitore col senno di poi, di Hasic dai venti metri al ventesimo, tanto da richiedere la presa alta, per rimettere dentro la palla rinviata da Ceresoli e dal trequartista sulla rimessa laterale dell’esterno basso a destra. L’occasionissima vera però è di Cisse, che lanciato dal recuperatore Zuccon un tris d’orologio più tardi prova testardamente a saltare Salomaa, protetto dal rientro di Pascalau e lesto ad allungare il piede destro.
I Grieco-boys controllano bene senza bisogno di serragli costruendo pazientemente, al contrario dei nerzzurrini, in bianco pure in questo fondamentale. Non dev’essere suonata come avvisaglia la punizione centrale (26′) del futuro rompighiaccio, da lontanissimo, né evidentemente, a undici dalla pausa, il rimorchio del centravanti parato in due tempi da Dajcar, quando l’onnipresente mezzala destra si sovrappone per l’ennesima volta a Salomaa, doppiettista dell’andata nella rincorsa a Omar (ultimo gol proprio quel 16 ottobre) e all’ivoriano, per porgere il vassoietto quasi dal fondo sul cambio di gioco di Vulturar. Un rigorone in movimento sprecato. Quello vero, e contro, piove come la grandine oltre il quarantesimo, quando sull’uscita alta in eccesso di Panada, riciclato perno difensivo, il rinvio di sinistro di Pascalau coglie corsa e dribbling in sterzata (su Chiwisa) di Nizet col braccetto destro ospite a cadere nella trappola con una scivolata improvvida: chi s’è guadagnato il penalty lo insacca sotto le braccia del baluardo nemico.
Se la frazione si chiude con Renault (43′) murato dal terzino dirimpettaio nel gioco da quinto a quinto, a poco più di tre giri di lancetta dall’abbandono del tunnel il portiere locale rischia per toglierla dalla fronte del cividalese là davanti, sull’ascensore chiamato dal laterale franco-milanese, spostato sull’altra corsia dall’avvicendamento Oliveri-Bernasconi, in asse coi due mori. Niente da fare: al 6′ il mattatore a campi invertiti se la sposta sul piede debole sprecando alle stelle l’apertura di Carrozzo, al 9′ scarso si consuma il raddoppio grazie alla torsione di Hasic sull’angolo da destra, tra l’altro il numero uno, dell’autore dell’1-0. Oltre il quarto d’ora è proprio il centrale difensivo a stoppare la new entry a destra sull’onda lunga del traversone di Ceresoli appena sfiorato dal suggeritore atalantino. Tra 19′ e 20′, il possibile dimezzamento e il probabile tris vengono sventati dalla mollezza nello stacco dello stesso Sidibe sull’ennesimo cross del solito noto da mancina e dai piedi uniti dello sloveno sul migliore in campo locale, lanciato in pratica dal precedente con uno sciagurato retropassaggio da sinistra.
Se il romagnolo la riapre insaccando il lob dal cielo sullo schema da fermo di Oliveri dalla trequarti destra conquistato in prima persona, la Baby Dea ne sciupa davvero tante per acciuffarla. Il guineano, reduce dalla doppietta nella tana del Milan, non ce la fa a correggere in porta lo stacco del partner di linea (24′, indovina chi la sgancia…) deviato da Del Lungo e quindi la fotocopia di Oliveri rintuzzata dal drago fra i legni (31′), stavolta alzando l’estremità maldestramente. Bravissimi, invece, Lemmens per chiudere in corner la puntata di De Nipoti (27′) e ancora Samooja a sbracciare oltre il montante il susseguente sinistro da fuori di seconda di Panada. Al 2′ di recupero, infine, l’attaccante italiano ne ha un’altra, servitagli dalla sventagliata dell’esterno palermitano, ma dopo un buon controllo entro i 16 metri alza la parabola.
S.F.