Gol, rigori, errori, omissioni, un pari (4-4) d’altri tempi e un punticino che forse serve a poco. L’Atalanta quando gioca in casa non riesce mai a vincere e col Toro ha rischiato la settima sconfitta. Peccato perché era la serata più opportuna per fare punti decisivi e per tornare a sognare l’Europa. Soprattutto dopo la clamorosa sconfitta interna della Fiorentina e anche la Dea, per la verità, ci è andata vicina. Forse la vittoria di Venezia è stata una pia illusione, vale a dire che l’Atalanta fosse rinata. E’ bastata una squadra in salute come il Torino a mettere a nudo lo stato di salute dei nerazzurri, soprattutto in mezzo al campo, il luogo sancito sui libri di teoria calcistica dove si promuove il gioco. Granata con un pizzico di qualtà in più proprio lì in mezzo, De Roon tra i migliori, ha cercato di limitare i danni mentre Freuler ha patito Lukic, due rigori perfetti fra l’altro. Atalantini generosi che hanno cercato la vittoria ma in questo momento manca sempre qualcosina per mettere a frutto con i tre punti la vittoria. E’ stata una partita a rincorrere gli avversari che, placidamente, si sono trovati in vantaggio grazie ai regali dei nerazzurri. Proviamo ad elencarli: Djimsiti scivola sul più bello, Praet se ne va e mette in mezzo per Sanabria che segna; ancora Djimsiti, serata da dimenticare, sbaglia un appoggio, Sanabria sfrutta l’errore, va a contatto con Freuler e cade a terra, Abisso concede un generosissimo rigore trasformato da Lukic; poi un altro rigore, stavolta indiscutibile, causato da Toloi che sgambetta Pobega; infine, per non farsi mancare nulla, Freuler su cross di Sanabria, spedisce nella propria rete. Errori elementari che hanno costretto l’Atalanta ad una faticaccia. In svantaggio dopo pochi minuti, poi il rigore trasformato da Muriel, ancora uno dei migliori, lo spettacolare gol di De Roon per il momentaneo vantaggio, durato una decina di minuti. Quindi le difficoltà di rimontare due gol, c’è voluto un altro rigore e la precisione di Pasalic per agganciare un pari che non esalta. Certo con il 4-4 l’Atalanta si è avvicinata, un punto in meno, a Fiorentina, Lazio e Roma, tre punti ma resta un’occasione gettata al vento. La squadra comunque ha lottato fino alla fine e, dopo aver raggiunto il pari, ha fatto di tutto per vincere. Un’altalena, un andamento vorticoso ma scostante con momenti di scoramento, momenti col Toro che prevaleva, altri con i nerazzurri sempre svelti a buttarsi in avanti ma è stata una partita disordinata seppur avvincente perché non sempre c’è la possibilità di vedere otto gol e quattro rigori, tre ineccepibli e un altro dalla generosità dell’arbitro Abisso. Tra l’altro il secondo rigore nerazzurro è arrivato dopo che Mariani al Var ha richiamato l’arbitro che aveva sottovalutato il fallo di braccio di Zima. Nerazzurri con troppe difficoltà anche se Musso non ha colpe sui quattro gol. In difesa una serata da dimenticare per Djimsiti, Toloi in ritardo su Pobega nell’occassione del secondo rigore, così così Palomino, sempre attento Scalvini poi rilevato da Demiral che col suo tiro ha provocato il secondo rigore a favore dell’Atalanta. Zappacosta tra i migliori e non solo per il rigore procurato, Hateboer tra alti e bassi, Freuler serata decisamente no, De Roon un gran gol e lotta continua, Pessina tanta buona volontà, Pasalic, undici gol e quanto basta, Boga qualche sprazzo, Muriel, due rigori trasformati e ancora il migliore in campo, Malinovskyi con impegno, Zapata surclassato da Bremer e un colpo di tacco inutile.

Giacomo Mayer