“In Champions League puntiamo agli ottavi, altrimenti che giochiamo a fare? Da professionista punto al risultato”. Pierluigi Gollini, alla Gazzetta dello Sport, ammette di non rimpiangere un sorteggio con Barcellona, Real Madrid o Liverpool: “Non ci sono comunque partite facili. E il derby col top del girone, il Manchester City, per me che a 17 anni ero dello United, è un segno del destino: speriamo di strappargli almeno 1 punto.”.

Il portiere dell’Atalanta svela un retroscena divertente: “Sono il traduttore dei nuovi arrivati. Di italiani, in squadra, ce ne sono solo quattro, compresi noi portieri che siamo tre. Con Marco Sportiello (Francesco Rossi l’altro pari ruolo, Andrea Masiello il quarto, NdR) gioco alla Playstation, con Etrit Berisha c’era concorrenza”.

Gollini parla anche della scalata al posto da titolare in nerazzurro e non solo: “Nei primi tempi mi ripetevo di non aver dimostrato nulla, ora sono in Nazionale: sono grato al ct Roberto Mancini e al preparatore dei portieri di Zingonia Massimo Biffi”. Sugli obiettivi, il Gollo che non ti aspetti: “Settimo-ottavo posto in campionato, anche se possiamo arrivare quarti. La Champions non conta più della serie A”