“A parole è davvero impossibile far capire al mondo intero come sia stato stato svuotare l’armadietto, la mia stanza, portare via le mie cose, salutare tutti. Tutte quelle persone che per cinque anni sono state la mia FAMIGLIA. Dai magazzinieri, ai fisioterapisti, chi lavora in cucina a tutte le ore del giorno. Vi sarò sempre grato per quello che mi avete dato e per come mi avete trattato, mi sono sentito coccolato, fino all’ultimo secondo. Grazie per i bei momenti passati insieme che mi porterò dentro”. Pierluigi Gollini, che verrà riscattato dal Tottenham, cui è a disposizione dall’altro ieri con la formula del prestito con diritto od obbligo (alla ventesima presenza complessiva) di opzione, ha affidato a Instagram il suo commiato alla piazza e allo spogliatoio che sono stati suoi dal 14 gennaio 2017, allorché approdò a Zingonia dall’Aston Villa (l’8 giugno 2018 l’acquisto), fino appunto al 22 luglio.

Il portiere di Poggio Renatico, già in discussione dal post ottavo di andata in Champions League col Real Madrid, tanto che al ritorno a Valdebebas giocò Marco Sportiello, è stato rimpiazzato da settimane dall’ex dell’Udinese e terzo portiere della Selecciòn argentina, Juan Musso. E nei ringraziamenti l’allenatore Gian Piero Gasperini non compare nemmeno di striscio: “Grazie ai miei compagni! NOI abbiamo fatto la storia, siamo scesi in campo, abbiamo lottato, sudato, perso, vinto e sputato sangue assieme per questa maglia. Sarete sempre i miei fratelli! Ringrazio il mister dei portieri (Massimo Biffi, NdR), i preparatori che hanno lavorato con me, vi devo molto… Tutto però ha una fine. Il mio comportamento e le mie parate sono l’eredità che lascio. Ridirei e rifarei tutto quello che ho fatto altre 100 volte! Grazie Bergamo. Grazie famiglia Percassi per avermi regalato questo splendido sogno”.

Un saluto anche alla piazza, ai tifosi, con un frasario che tradisce l’emozione e le sensazioni da custode di un territorio minato, forse non solo dagli attaccanti avversari, vista la bufera pandemica vissuta in prima persona. Bergamo che dire: GRAZIE! Grazie perché hai saputo cogliere la mia essenza come uomo e la mia fame in campo. Mi sono sentito un idolo per voi e questo mi ha sempre responsabilizzato e caricato. Mi sono sentito il guardiano della vostra città, città che è stata la mia seconda casa, che ho amato e che amerò sempre. Le serate di Champions, i ritorni dalle trasferte, i cori sotto la curva rimarranno sempre ricordi indelebili. Emozioni che sognavo di vivere fin da bambino”.