LO DEVO SCRIVERE ORA, prima di toccare il punto più alto: GRAZIE ATALANTA, già immortale, nell’anno più mortale!
GRAZIE RAGAZZI.
Grazie, perché in un momento difficile, dove la ripartenza ha fatto rima con sofferenza, voi ci avete fatto VINCERE.
Avete incarnato e reso tangibile un riscatto, seppur solamente sportivo.
Volevate fortemente farlo – nei proclami – e non era certamente semplice riuscirci.
Grazie davvero.
Siamo orgogliosi di Voi.
E lo scrivo ora, prima di toccare il punto più alto, affinché il mio ringraziamento vi arrivi più vero e sentito possibile.
Perché siete i più forti della storia dell’Atalanta, e siete diventati immortali nell’anno più mortale.
In un 2020 che vorremmo dimenticare, ma che –  ahimé – è già indimenticabile, voi ci state regalando e donando una FORZA incredibile.
Quella che – purtroppo – non possiamo darvi noi, dagli spalti.
Sappiate che non ci siamo abituati a starvi lontano.
Non ci rassegneremo mai all’assenza di abbracci ed emozioni vere.
Il divano – pur essendo a casa mia – NON È CASA MIA.
Il vostro urlo, ad ogni gol, ci appare strozzato, come il nostro tra le mura di casa.
Una gioia malinconica, che non potrebbe essere altrimenti.
Voi state lottando come LEONI, da soli, in quella casa che ora appare solo come una gabbia, vuota.
Svuotata da noi.
Svuotata dal nostro affetto, dai nostri cori, dai nostri sguardi, dalla nostra presenza, dal nostro calore.
È difficile tenere alimentato un amore a distanza, ma voi siete riusciti a farlo diventare ancora più grande.
Non per i successi, non per i trofei che magari mai arriveranno.
Ma grazie a quello che siete riusciti a trasmetterci attraverso la vostra FORZA, i vostri sguardi, grazie al vostro INCREDIBILE attaccamento alla nostra terra.
Non avete mai mollato, e – lo so già – mai lo farete in questo agosto che si avvicina.
Anche contro chi vi voleva far passare per dopati, stupidi ciechi che non capivano che il dolore e la sofferenza era diventata FORZA INAUDITA.
Noi saremo orgogliosi di voi COMUNQUE VADA!
Grazie, davvero, ragazzi.
Ve lo dico ora, che il quadro è ancora in bianco e nero.
In attesa di colorarlo insieme.
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