Bé, dico la mia cerchia, quei cinque-sei, soprattutto mia madre, che oggi compie gli anni, non dico mi dessero al volo due ceffoni, uno per ogni minchiata giornaliera, come in passato ben tre delle mie violentissime cinque ex, quantomeno, penso, me la menassero un poco di più, in modo da farmi uscire da questa mia interminabile adolescemenza, che, ormai, avvicinandomi ai cinquanta, ha fatto anche il suo tempo. Era mercoledì, c’era l’Atalanta con la Viola. L’abbiamo vista tutti, è stata, probabilmente, la parta più bella da quanto faccio il direttore di Bergamo & Sport, un incanto, mancava solo che al triplice fischio Gasperini finisse direttamente in cielo, direttamente nel paradiso del fubal, in mezzo a loro due, a sinistra la Madonna, la centravanti sopraffina del fu Betlemme Calcio Femminile, e, a destra, il Signore, capitano col numero dieci, autore di prodezze in serie, nel Gerusalemme 22-23 DC Soccer Club. Comunque, forse, quella sera, è andata così, anche se non ricordo, al quarto gol, quello del Marione, ho perso i sensi e non li ho mai più ritrovati. Ecco, chi mi legge dice, proprio come una mia amica oggi via messenger, “il bello di te è che racconti cazzate normalissime, ma tanto bene che alla fine diventano pure interessanti”, così vado avanti, impegnandomi, nella meravigliosa e tragica cronaca di quella seretta lì. Ero al Blu Puro, tra il meglio di Bigì, diffidati ovunque, insomma in ogni posto in piedi e a sedere, i nerazzurri segnavano e noi ci si abbracciava e si cantava, festeggiando bellamente col campari in due alla goccia. Lì, o meglio, presumibilmente lì, ho smarrito le chiavi della mia Pandona Aranciona a Metano, la mia unica complice in questi miei mesi di assoluto disordine. Pensavo fosse una cazzata da cento euri, una punizione economica giusta e onesta in onore della Dea più fica di sempre, invece è diventata una via crucis. La mia maghina è del 2009, la copia per accenderla e serrarla chissà dov’è, in uno dei cento e passa appartamenti in cui mi sono addormentato perso e perduto in questi quindici anni, così ho chiesto un po’ in giro, tra gli addetti ai lavori che ci fanno pubblicità, cosa si debba fare per farla ripartire. I preventivi Fiat per la chiave nuova nuova vanno dai 500 ai 700 euri, un quarto del mio stipendio, “e perché, ragazzo, bisogna cambiare il blocchetto, poi c’è un botto di manodopera, quindi ci sono i giri in giro del meccanico, un casino”. Ho pianto. E mezzoretta fa è arrivata Santa Valeria da Sant’Agata Bolognese, mia madre, proprio oggi settantatreenne, con l’altro angelo del mio focolare, Ernesto, suo marito, per lasciarmi una delle loro due auto. Non mi hanno menato, solo, all’orecchio, la Vale, dandomi il mazzo delle chiavi della sua auto, mi ha sussurato “ma fammi un regalo per il mio compleanno, ti prego, non perdere anche queste”. Che ho qui nella tasca della giacca rubata al collega Simone Fornoni. E, per fortuna, oggi non gioca la supersonica Atalanta del Gasp.
Matteo Bonfanti
Nella foto: le chiavi della Panda di mia mamma, nel caso le smarrisca durante la sfida di Marsiglia