Monza – Atalanta 0-2 (0-0)
MONZA (3-5-2): Di Gregorio 6; Marlon 5,5, Pablo Marì 6, Caldirola 5,5 (41′ st Izzo sv); Birindelli 6 (31′ st Molina 6), Pessina (cap.) 6, Rovella 6,5, Sensi 6,5 (31′ st Colpani 6), Carlos Augusto 5,5; Mota Carvalho 5,5 (41′ st Gytkjaer sv), Caprari 6,5 (24′ st Petagna 5). A disp.: 89 Cragno, 26 Antov, 34 Marrone, 7 Machin, 8 Barberis, 22 F. Ranocchia, 38 Bondo, 10 Valoti, 80 S. Vignato, 84 Ciurria. All.: Giovanni Stroppa.
ATALANTA (4-2-3-1): Musso; Hateboer, Toloi (cap.), Demiral, Zappacosta (1′ st Soppy); Koopmeiners, De Roon; Lookman (43′ st Boga), Ederson (31′ st Maehle), Malinovskyi (26′ st Scalvini); Hojlund (26′ st Pasalic). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 5 Okoli, 21 Zortea, 22 Ruggeri. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Sacchi di Macerata 6,5 (Bindoni di Venezia, Imperiale di Genova; IV Colombo di Como. V.A.R. La Penna di Roma 1, A.V.A.R. Muto di Torre Annunziata).
RETI: 12′ st Hojlund (A), 20′ st aut. Marlon (A).
Note: serata serena, spettatori 11.970 mila circa di cui 2.200 atalantini nel solo settore ospiti (3 mila in tutto) per un incasso di 284.880,27 euro. Ammoniti Rovella e Scalvini per gioco scorretto. Tiri totali 11-13, nello specchio 3-7, parati 3-5, respinti/deviati 1-1, legni 0-1. Var: 2. Corner 4-9, recupero 1′ e 4′ .

Monza – Due sgasate per la vetta solitaria dell’Atalanta (13; Napoli e Milan 11, Udinese e Roma poi raggiunte dal Torino 10) conquistata a Monza alla quinta giornata, a immagine e somiglianza della seconda il 20 settembre del ’64, zio Uccio Valcareggi in panca e Petroni a trafiggere la Roma. Preistoria. Al rientro dal tunnel, anche stavolta (allora fu al 53′), i flash buoni per esaltarsi stavolta: i due mori a sinistra fanno il lavoro sporco, la spaccata col piede debole di Rasmus Hojlund la deviazione da due passi che vale il set, quindi la sgommata di Ederson per la zampata sinistra lookmaniana che induce Marlon all’autogol (di braccio) per partita e incontro. All’avvio da incubo ha fatto riscontro una lenta rimonta sul piano della costruzione e una seconda metà dal piglio decisamente più aggressivo, aperta dal legno di chi di lì a poco schioda lo score.
Prima della pausa per le Nazionali ci sono l’altra pericolante Cremonese e la Roma, davanti solo i sogni. Il ritorno al 4-2-3-1 dopo la ripresa vittoriosa di Verona si rivela inadatto nell’intero primo tempo, vuoi per la pressione dei locali che per una certa frenesia inconcludente, ma all’allenatore Gian Piero Gasperini è bastato inserire Soppy a sinistra dopo aver spostato in linea anche Lookman. L’inizio non è dei più incoraggianti, perché Musso deve subito scaldare i guantoni per coprire il palo medio-alto di competenza da Caprari sull’asse ideale con Mota prolungato da Augusto (respinge corto Zappacosta) dopo il contrasto vinto su un Toloi allargatosi fin quasi alla riga laterale. Demiral, invece, ci mette la faccia per evitare la cannonata di seconda dello stesso laterale do Brasil al raddoppio cronometrico sul cross respinto di Birindelli e ancora il portiere argentino il colpo di reni per alzare in angolo il sinistro dal limite di Sensi aperto dalla combinazione Caprari-Pessina a giretti d’orologio ulteriormente bissati. Fanno tre chances nitide in nemmeno una manita di lancette e i brianzoli in maglia azzurra concedono giusto due corner, ma di tiri nerazzurri, che girano troppo intorno per cross nell’area affollata, non se ne vedono: scollinato il quarto d’ora è il portoghese a provarci, dalla distanza, calciando ai dirigibili.
Un’altra palla persa dell’oriundo del Mato Grosso, la cui uscita in anticipo alle soglie del ventesimo nondimeno provoca un contropiede frenato da Hojlund e ricamato all’accesso, fino al triangolo di Malinovskyi con Ederson che lo proietta al tentativo strozzato in acrobazia forse disturbato anche dal ritorno del pendolino sinistro. Un ulteriore avanzamento minimo del timer e Caldirola sbuca imperfettamente di piena fronte sul tiro dalla bandierina destra di Rovella. Il Gasp accentra l’ucraino spedendo l’ex Salernitana largo a sinistra; di là il tacco del terminale danese, in verticale con De Roon, libera Lookman, a mezza via fra conclusione che non prova e suggerimento dentro che non gli riesce. Il tecnico in panchina se la prende coi lanci lunghi dalla retroguardia, ma in realtà non c’è anima viva che porti la sfera gestendo le operazioni, e anzi ci si fa prendere in infilata dall’asse Sensi-Rovella (33′) che costringe l’uomo tra i pali a uscire di piede dai 16 metri. Il nigeriano a otto dall’intervallo cincischia un po’ in ripartenza servendo il centravanti, rigorosamente lontano dalla bocca del lupo, e a Ederson tocca rientrare sul destro ben davanti alla lunetta chiamando Di Gregorio al primo intervento in due tempo. Al 44′ lo slalomeggiante ex Lipsia s’incarta seguendo il duetto del Colonnello con Hateboer e sul corner del mancino avanzato il centrale sinistro altrui rischia l’autorete di mezza spalla sulla svettata imperiosa del capitano dei bergamaschi.
La ripresa comincia col palo defilatissimo del 2003 arrivato da Graz, lanciato da Ederson, grazie anche al piedone del perno spagnolo (3′), la spaccata ormai in ritardo di Ederson (6′) di nuovo su tocco del centrattacco lungo la catena Hateboer-Koopmeiners e infine il tiro-cross tagliato di Lookman (7′) sugli sviluppi del sesto angolo a favore. Gli Stroppa-boys o fanno possesso o rischiano in due passaggi, come all’11’ quando una testatona liberatutti del turco innesca il rilancio di Ruslan e la rifinitura di Soppy (subentrato a mancina) per RoboKoop, non il futuro autore della sventagliata per rompere il ghiaccio a dispetto delle abitudini perché la sgancia Malina: prove generali in bocca all’estremo locale, che però dopo il check del Var deve inchinarsi al rompighiaccio biondo intenzionato a spaccare il mondo. Poco più tardi, tra un affondo vincente e l’altro, Ederson prova la magata senza sorprendere sul suo palo l’ultimo ostacolo. E uno dei tanti ex, Andrea Colpani (33′), a modulo atalantino rivisitato con Pasalic falso nueve, semina il panico scaricando sui tabelloni. Si va verso il gong e ce ne sarebbe per un terzo, vedi accompagnamento di Scalvini a Maehle con Di Gregorio a salvarsi a 5′ dal 90′. Al 44′ la girata loffia da fuori di Petagna spondato da Gytkjaer su rinvio del portiere: è ora di fare festa.
Simone Fornoni