Tra i simboli del calcio lombardo alle prese con questa pausa forzata della quale non si vede l’epilogo, c’è ovviamente Matteo Sora, bomber di razza e capitano dell’Atletico Sarnico, club impegnato nel girone F di Prima Categoria. “Sono a casa dal lavoro da circa due settimane. Sto rispettando al massimo le disposizioni ministeriali e di fatto trascorro tutte le mie giornate in casa. Mi sto concedendo dei giorni di assoluto relax: l’ottanta per cento della giornata lo passo a letto (ride, ndr) e quando non dormo guardo film, serie tv, rimango in contatto con gli amici più cari e soprattutto ho trovato il tempo per rispolverare una mia vecchia passione: il poker online. Gli allenamenti? Confesso di aver fatto quarantacinque minuti di cyclette in due settimane. Come ho detto, ho riscoperto il piacere del dolce far nulla”.

I toni si fanno più seri quando ci si imbatte sul tema Coronavirus e sulle modalità di gestione di un’emergenza che ha letteralmente spiazzato l’Italia intera: “Analizzando tutta la situazione che ha colpito il nostro paese, penso che le cose siano state fatte bene. Dal mio punto di vista questo problema è stato ampiamente sottovalutato da autorità e non, quindi pagheremo le conseguenze ancora per un bel pò di tempo. In ambito calcistico penso che lo stop sia stato imposto nel momento giusto. La stagione attuale è per forza di cose compromessa. Al di là del fatto che la piena emergenza ci costringerà a parecchi mesi di sofferenza, anche se dovessimo arrivare a una soluzione, sarà difficile trovare le giuste energie mentali per scendere in campo. La paura ci sarà sempre perché queste non si possono accendere o spegnere con un interruttore. Tra due mesi, ipoteticamente, non potrai mai permetterti di andare a giocare in modo sereno e il virus non sarà mai debellato totalmente. Allo stesso tempo sono parecchio preoccupato anche per l’inizio della prossima stagione ad agosto. Sono certo che prima di poter tornare a parlare di calcio giocato passerà molto tempo”.

Encomio importante anche per il mister, nonché ex compagno di mille battaglie, Alessandro Bellini: “Essendo mio ex compagno di squadra e soprattutto mio amico, posso dire che, per come ha interpretato le prime tre settimane in quella che è la sua prima esperienza in assoluto da tecnico, ha delle basi importanti, tanta passione e ci sta mettendo tantissimo impegno. E’ un ragazzo che studia tantissimo e si applica, affinando con grande costanza nuovi metodi di allenamento. Potrà pagare qualcosa a livello di esperienza, ma con un passato recente da giocatore può compensare a livello di gestione e di conoscenza del gruppo“.

La chiusura è tutta per la sua Bergamo: “Io sono bergamasco e atalantino dalla nascita e Bergamo è l’Atalanta, siamo una cosa unica. Ci conosciamo tutti e siamo consapevoli della nostra forza e del nostro carattere. Siamo gente che non molla mai e che lotta fino alla fine per raggiungere i propri obiettivi. Questa cosa è capitata a noi con risvolti drammatici rispetto al resto dell’Italia. Ad ora di note positive non ce ne sono, ma un domani ci troveremo qui a parlare dell’ennesima e straordinaria dimostrazione di forza del popolo bergamasco”.