Nel secondo tristissimo episodio della fortunata serie “I dolori della giovane Pandona Aranciona a Metano causati dai bigliettini offensivi del signor Andrea”, ieri notte sono rimasto a secco in Borgo Palace, rinomato quartiere di Bergamo, intorno all’una e trentacinque circa mentre ero diretto all’Universal per magnarmi un kebab gigante doppia salsa bianca. Rientravo da Lecco dopo una felice serata con mio papà, il famoso poeta lariano, ex maestro delle elementari di Acquate, quando la mia maghina, presa dallo sconforto, ha smesso di funzionare. Facendo due calcoli spannometrici, la Panda si è bevuta venti euro di benzina verde in meno di ottanta chilometri. Era ubriaca fradicia. All’altezza di Ponte San Pietro barcollava sbandando paurosamente. Chiedo a chi mi legge se qualcuno sa darmi il numero di chi si occupa dei percorsi da far fare alle auto alcoliste anonime per salvarle da un vizio che rovina rapporti d’amore che durano da anni, nel nostro caso dal 2009. Nella foto il tuttofare redazionale Sergio Saresini, abile meccanico, questa mattina di buon’ora. Grazie a lui, che mi ha prelevato al benzinaio Ip di Viale Giulio Cesare con una tanica nuova di zecca e piena zeppa di petrolio, sono riuscito a recarmi al lavoro, che amo, nell’ufficio al 27 di Piazzale San Paolo. Ora la mia vettura sta riposando nel parcheggio qui a fianco. Non è un bel momento, ma passerà. Se non avete di meglio da fare, pregate per entrambi. 
Matteo Bonfanti