di Danilo Rota
Pur giocando solo per 2 anni, pochissimi giocatori hanno lasciato una traccia indelebile nella storia della Dea come Riccardo Zampagna. 
Giocatore anomalo, esplode tardi nel grande calcio. Non poteva che arrivare a Bergamo in quanto ha simboleggiato la tipologia di atleta che rispecchia il modo di vivere della nostra terra: sacrificio e tradizione,  Riccardo è stato uno di noi.
Tecnicamente non era certo un atleta  elegante e con i piedi “educati”, piuttosto ha incarnato il prototipo di giocatore agonista, che non molla mai, che sbaglia goal facili ma poi s’inventa rovesciate da antologia  con cui spesso ha lasciato il segno. 
Fino a 23 anni fa il  tappezziere;  per poter giocare nell’allora interregionale lavora dalle 6 alle 13 per poi allenarsi nel pomeriggio. Finalmente Sabatini lo scopre e viene ingaggiato dalla Triestina. 
Zingaro del calcio, ha cambiato 15 squadre, con l’Atalanta il  taccuino segna  58 partite condite da 23 goal tra gli anni 2006 e 2008. In serie A ha collezionato  in totale 28 goal di cui la metà realizzati con la casacca nerazzurra cui si aggiungono 6 goal in B e 3 in Coppa Italia.
Esordisce in serie A con la maglia del Messina a 30 anni e chiude la carriera nel 2010  nella Carrarese.                          
Nel 2006 contribuisce sotto la guida di Colantuono alla promozione in serie A. In Atalanta-Brescia finita 2-0 sigla uno spettacolare goal in rovesciata dal limite dell’area grande e, nella partita successiva a Catanzaro vinta 2-1 con una sua doppietta e con un’altra marcatura in rovesciata, consente  alla Dea la matematica conquista della promozione.
Nel 2007 sono 2 le partite da ricordare. Fiorentina-Atalanta 2-2 il suo goal in rovesciata è votato come goal più bello di quel campionato: riceve un pallone in profondità da Doni, lo protegge dall’avversario che lo pressa. Si trova un poco decentrato rispetto al dischetto del rigore con le spalle rivolte alla porta, la posizione non è ottimale ed allora  s’inventa una delle sue “”genialate”. Tutto il Franchi applaude.
Ad aprile contro la Roma a Bergamo segna un goal che solo a pensarci mi si riempie il cuore: alza con un tocco di destro la palla e con lo stesso piede esegue una semi rovesciata da urlo che si insacca nell’angolo più lontano. Con questa vittoria l’Atalanta consegna lo scudetto all’Inter.
Purtroppo nella stagione seguente viene messo fuori rosa a novembre causa lite con mister Del Neri,   nonostante la mobilitazione di tifosi e compagni viene ceduto.
Va a giocare a Sassuolo e nel 2010  in una trasferta a Bergamo contro l’Albinoleffe  i tifosi della Dea lo accolgono come un re bloccando il bus del neroverdi per festeggiare il loro idolo in mezzo alla strada.
Secondo me Zampagna ha rappresentato l’antitesi del calciatore divo, si è fatto amare non per il suo apparire ma per il suo essere. Le umili origini lo hanno forgiato come uomo e ce lo hanno mostrato come uno di noi, con i suoi difetti e le sue qualità,  un tifoso che ci rappresentava in campo. Quando lo vedevi lottare, sgomitare, sbagliare,  era l’uomo qualunque che non mollava mai , poi capitava che l’essere normale si elevasse ed estraesse  dal cilindro una delle  sue  magie  volanti, allora capivi perché lui era Riccardo Zampagna, l’operaio del goal, l’uomo dal goal impossibile.

Spigolando
* Si è autodefinito “l’ignorante del goal”.
* I suoi esordi con l’Atalanta, sia in serie A (Atalanta-Ascoli 3-1) che in serie B (goal vittoria in Atalanta-Piacenza 2-1) sono stati battezzati con una rete.
* Ha detto “Bergamo è stata per me una seconda casa non solo per quello che mi ha dato come giocatore ma anche perché sono stato capito come uomo”.
* Quando giocava con l’Atalanta arrivò un’offerta del PSG che rifiutò “mi offrirono molti soldi ma io stavo bene all’Atalanta”. 
* Ha detto “ho sempre giocato per sentirmi dire bravo Riccardo, i soldi vengono dopo”.
* Nella partita d’addio fra le sue 2 squadre del cuore ha sventolato la bandiera della Ternana indossando la maglia dell’Atalanta.
* Un rapper ha scritto un brano su di lui.
* Ha detto “l’allenatore con cui mi sono trovato meglio è stato Colantuono da cui ho imparato molto, non solo sul campo ma sopratutto dal punto di vista umano”.
* Quando nel 2007 agli oscar del calcio   fu premiato per il goal più bello, ricevette  i complimenti di Kaka e Ronaldo  che dissero di non aver mai fatto nulla di simile.
* Il goal preferito nella sua carriera è stato quello contro il Brescia.