STATI GENERALI – Quando il 5 maggio 1789 Luigi XVI convocò gli Stati Generali non sapeva di aver firmato la sua condanna a morte. Fine dell’ancien règime, inizio della rivoluzione. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ne siamo sicuri, non farà la stessa fine eppure anch’egli è seduto sul tetto di una polveriera. La maggior parte dei cronisti di politica assicura che si è trattato di una babele indefinitiva tra tavoli, tavolini e colloqui vis a vis dove  si sono incontrati quelli della maggioranza, i vari sindacati, la Confindustria, le associazioni di categoria, le istituzioni europee, il terzo settore e il volontariato.  Stavolta bisogna dare ragione ai partiti d’opposizione: c’è già un luogo preposto per dibattere sul futuro del paese. Il Parlamento. Carte in tavola: da una parte i piani del governo, dall’altra le proposte del centrodestra. E nessuno avrebbe più avuto il tempo di raccontare fregnacce.

ESAMI DI MATURITA’ – Sono cominciati gli esami scritti e orali, obbligatori secondo il  decreto “Rilancio tris”, per politici, under 50, che ambiscono a governare l’Italia. Prova scritta: commentare, almeno, due capitoli del Libro XIX “delle leggi nel rapporto che hanno con i principi che formano lo spirito generale, i costumi e le usanze di una nazione” da “Lo Spirito delle Leggi” di Charles-Louis de Secondat de Montesquieu. Durante la prova scritta, della durata di sei ore, l’esaminando può usufruire di un vocabolario della lingua italiano, di due biro blu, e di fogli a righe, formato 4, a volontà. Tra un esaminando e l’altro ci sarà un distanziamento di circa 4 metri verticali. Per la prova orale sarà formata una commissione con la seguente composizione: una politologa (gradita dall’esaminando), un medico di famiglia, un senzatetto con laurea, una donna delle pulizie con diploma e un camionista. Notati tra i giovani candidati Salvini sgomento che chiedeva lumi su Montesquieu ma nessuno lo filava, Meloni che aveva già vergato un pagina intera, Renzi che faceva battutacce a Calenda, il gruppo dei 5 Stelle (Di Maio, Toninelli, Crimi Spadafora) distratto per l’improvvisa assenza di Di Battista. E, a sorpresa, Virginia Raggi che confabulava con Maria Elena Boschi. Entrambe richiamate all’ordine dal presidente della commissione d’esame, il dottor Aboubakar Souhamoro.

IGNORANZA – Zygmunt Bauman sosteneva che “l’ignoranza non è più un ostacolo alla carriera, all’ambizione di diventare famosi e all’appagamento della propria vanità (e nei sogni di molte persone al perseguire i profitti molto concreti. Anche per insultare anziché argomentare ci vuole una certa preparazione e qualità non indifferenti”.  Aggiungerei anche l’incompetenza. Ecco due manchevolezze assurte a valori. Il merito, le conoscenze, gli studi, l’esperienza contano poco o nulla. Purtroppo gli ignoranti allignano in tutte le categorie e, ovviamente, insieme agli spudorati s’impossessano del potere.

Giacomo Mayer

Sopra Giacomo Mayer è con il collega Fabio Gennari di Radio Dea