Il paragone sembrerà ai più sbagliato, ma provate a cogliere l’ironia: chi riesce ad entrare così in empatia con la gente come Claudio? Pochi o quasi nessuno. Il rapper di Detroit, a Milano la scorsa settimana per la sua unica data italiana, ha molto da imparare in fatto di spettacolarità dalla festa della Dea. Lo scenario è dei più suggestivi ed è veramente difficile trovare le parole per descrivere un tale avvenimento. Solo dall’arrivo in macchina si percepisce quanto questa festa sia importante. A sovrastare tutta l’area troviamo infatti la gigantografia della squadra che nel 1963 riuscì nell’impresa di portare la Coppa Italia a Bergamo, battendo il Torino in finale per 3-1. Una fotografia fantastica che ritrae un calcio intriso di passione e amore. La serata parte immediatamente col botto e lasciateci dire: che botto! A bordo di un gonfiabile gigante di UFO Robot arriva Marten De Roon seguito a ruota da Reca, Hateboer, Gosens, Rossi, D’Alessandro. Spettacolare è dire poco perché l’effetto scenico è d’impatto e lascia i presenti attoniti. Marten canta appollaiato sulle corna di Goldrake battendo le mani a tempo tra fumogeni e fuochi d’artificio. Le sue parole sul palco sono le più divertenti: “Grazie per non aver fatto la festa della Dea in mia assenza (ride ndr)”. Ormai l’olandese è di casa, ride e scherza con il Bocia come se fosse un fratello. A seguire arrivano grandi nomi del passato, del presente e del futuro. Giulio Migliaccio, Josip Ilicic e Duvàn Zapata appaiono sopra la gru di un mezzo pesante tra robot che illuminano la notte e razzi colorati di ogni tipo. Secondo me Duvàn ha pensato fossimo pazzi. Non fa nulla, l’importante è che abbia capito quanto i bergamaschi tengano all’Atalanta. I discorsi dei ragazzi vanno dai ringraziamenti sinceri per la scorsa stagione e per l’accoglienza alla carica per il futuro. Dopo la squadra è la volta di Sharon, una ragazzina dal cuore grande che insieme a Claudio ha lanciato cori da vera ultras e a cui è stato consegnato un apporto economico a rimembranza di quanto i ragazzi della Nord siano vicini alla loro gente. È il turno allora dell’Aquila Rugby che ringrazia di cuore l’aiuto della Curva Nord, morale ed economico, di questi anni. È stato un saluto toccante che ha dimostrato quanto la tifoseria atalantina sia umana e amichevole. In questi anni l’Aquila sta rinascendo anche grazie allo sport e vedere sulle maglie dell’Aquila Rugby lo stemma dell’Atalanta con inciso Curva Nord è veramente un grande vanto per tutti i bergamaschi. A parlare o meglio a cantare sono poi gli Ultras del Francoforte che ringraziano gli atalantini per l’accoglienza e onorano un gemellaggio scaturito da grande amicizia. Atalanta e Francoforte urlano, per concludere con un: “Ci vediamo in finale di Europa League”. Ma la serata di oggi era dedicata ad un personaggio che ha fatto la storia dell’Atalanta. Una persona vera dal grande animo laborioso: Giulio Migliaccio. Giulio arriva acclamato dalla folla a dimostrazione di quanto ripaghi giocare e dare tutto per la Dea. La sua commozione è visibile e il popolo atalantino ha nuovamente tributato a questo giocatore il giusto saluto per tutto quello che ha fatto con la maglia nerazzurra. Il Bocia ricorda che è grazie a giocatori come lui e al loro “lavoro sporco” per rimanere in Serie A che l’Atalanta è dove sta ora. La festa della Dea alla sua seconda serata ha già regalato grandi, grandissime emozioni. Non poteva esserci sintesi migliore di quella offerta dal nuovo acquisto Zapata: “Da parte nostra la maglia sudata sempre”. Stai pur certo caro Duvàn che se metterai in atto le tue parole il tuo futuro non potrà certo essere diverso da quello di Migliaccio, ricordato ancora oggi per il suo attaccamento alla maglia, per il suo amore e per la sua grinta. Festa della Dea sei unica e bella come l’Atalanta che corre con i capelli al vento.
Mattia Maraglio