Zingonia – L’uomo lassù, il 30 settembre, avrebbe compiuto 72 anni da un giorno. Corsi e ricorsi del destino: “Che Cesare sia un esempio di perseveranza e di rinascita: lui, appena presa la presidenza, retrocesse in serie C. I risultati che ottenne poi li conosciamo tutti”. Umberto Bortolotti ha ricordato così la figura del fratello Cesare, tragicamente scomparso nel decennale dall’elezione al vertice, in una piovosa e dannatissima serata, il 7 giugno del ’90. L’Atalanta di coppe di Emiliano Mondonico era una realtà, come lo è stata fino a quest’anno quella del ciclo magico di Gian Piero Gasperini, presente con dirigenti, tifosi ed ex calciatori (Pizzaballa, Gentile, Rossi,  Foscarini, Magrin, Filisetti, Adelio Moro, Bonacina, Nicolini, Contratto e Paleni tra gli altri) alla scopertura del busto bronzeo restaurato e riposizionato dell’imprenditore illuminato e predecessore immediato dell’Antonio Percassi atto I: “Una riallocazione ideale, davanti all’Accademia Favini destinata alla crescita del settore giovanile e inaugurata tre anni fa, per una persona e una famiglia fantastica. Non posso dimenticare di aver esordito diciassettenne (il 21 febbraio ’71, a Bergamo contro il Bari, NdR) col papà Achille presidente. La filosofia societaria non è mai cambiata: coltiviamo i nostri prodotti, buon ultimo Scalvini, proponendo un calcio interessante e pronto sempre a nuove sfide”.

Una cerimonia voluta fortemente dalla Curva Nord, presente col portavoce Alex Laki Alborghetti, e distante una vita dalla prima volta, il 21 febbraio 1991, quando fu proprio l’uomo di Clusone, durante il suo primo mandato presidenziale, a voler onorare la memoria di un mito nella storia nerazzurra: Cesare fu l’artefice del centro sportivo che porta il nome suo e di nostro padre, qui visse e lavorò al servizio della causa in cui tutti noi ci riconosciamo. Ma quel che c’è intorno è opera della famiglia Percassi, un vero gioiello per il quale ha tutta la riconoscenza degli atalantini”, la chiosa dell’ex consigliere, presente col nipote Nicola, troppo commosso per prendere la parola. L’occasione è stata propizia per sondare le intenzioni della proprietà, dopo la benedizione di don Stefano Piazzalunga, parroco di Verdellino, la terza autorità della mattinata a nome dei due paesi che si dividono l’appartenenza territoriale della casa della Dea insieme al sindaco  del paese Silvano Zanoli e a quello di Ciserano Caterina Vitali. “Il primo posto è esagerato, ma stiamo proponendo un calcio interessante. Valorizziamo i nostri prodotti come Scalvini, una filosofia mai cambiata dai tempi dei Bortolotti, e lo dico da ex giocatore che esordì sotto Achille.  Speriamo di continuare a fare bene, perché adesso arriva il difficile a cominciare dalla partita con la Fiorentina, avversario tradizionalmente ostico. Per noi resta fondamentale raggiungere quota 40 punti per la salvezza il più brevemente possibile. Comunque siamo pronti a sfidare anche le squadre più importanti”.